Al Vinitaly più operatori del settore e dal canale Horeca.
La nuova formula del calendario che ha concentrato la fiera in quattro giorni facendola partire la domenica ha funzionato. Alla chiusura del salone arrivano quindi i dati sperati soprattutto dai produttori.
In totale si sono registrati 140.000 visitatori provenienti da 120 Paesi. E la percentuale di quelli stranieri è cresciuta del 35%. Nella giornata di lunedì l’affluenza maggiore di ristoratori, titolari di enoteche e wine bar sopratutto provenienti dal Sud Italia. Importante è stata anche la presenza dei media. Da oltre 45 Paesi (Usa, Germania, Russia in testa), con oltre 2.500 giornalisti accreditati in rappresentanza di oltre 170 radio e tv, 105 quotidiani e 110 testate online.
Una scommessa vinta. “Grande ritorno di Stati Uniti e Canada – ha dichiarato Ettore Riello, presidente di Veronafiere –, oltre che da tutti i Paesi consumatori emergenti asiatici con la Cina che entra nella nostra top 10, dalla Russia, dal Nord Europa, dalla Francia, ma anche massicciamente dalla Germania”.
Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, una delle migliori edizioni. “Un successo nato da un grande lavoro che ha visto con Opera Wine uno straordinario tributo al vino italiano decretato da Wine Spectator e per la prima volta Vinitaly dedicare con Vivit un salone ai vini naturali. Alla fine siamo riusciti a centrare l’obiettivo di aumentare sensibilmente le presenze specializzate in particolare del canale horeca sia italiane che estere”.
Portavoce della soddisfazione dei produttori Lucio Mastroberardino, presidente dell’Unione Italiana Vini. “Siamo tutti molto soddisfatti della nuova formula di Vinitaly – dichiara Lucio Mastroberardino, presidente dell’Unione Italiana Vini – che ha innalzato ulteriormente la qualità del pubblico. Quanto ai buyer e operatori esteri, l’impressione è di un ulteriore scatto, con una presenza ampia, diffusa e di ottima qualità”.
Questa nuova formula ha quindi consentito ai produttori di lavorare e creare contatti con l’estero e importatori come oramai da troppo tempo al Vinitaly non succedeva più, soprattutto per quanto riguarda l’incontro con gli operatori della ristorazione. “Il bilancio è positivo – ha detto Domenico Zonin – con una buona affluenza fin dalla domenica», mentre per Piero Antinori «questo Vinitaly ha avuto una presenza quantitativa, ma soprattutto qualitativa ed è questo che ci interessa”. Per Andrea Sartori “il più grande Vinitaly di sempre”. Un cambio geniale lo ha definito Michele Chiarlo “con una straordinaria presenza di americani, russi, asiatici, ma anche sudamericani”. Valentina Argiolas ha constatato la presenza di molti operatori dall’Asia e il ritorno dell’India.
“Abbiamo avuto moltissime presenze qualificate e diversificate da Cina, Hong Kong, Taiwan, Corea, India, Sudamerica, Stati Uniti – ha confermato José Rallo di Donnafugata.
C.d.G.