Era stato un anno se non magico, decisamente positivo il 2022 per l’Italia, che aveva piazzato in classifica sei ristoranti: lo stesso record di 2007, 2009 e 2011, dietro la locomotiva Bottura. Di sicuro si sapeva che almeno uno sarebbe caduto (il St. Hubertus di Norbert Niederkofler, chiuso per lavori, poi chissà) e che c’era una novità sotto il numero 50: Enrico Bartolini al numero 85. Ma il trend viaggiava dritto verso l’alto. Il super sondaggio fra gli addetti ai lavori sui luoghi più cool dove mangiare (da tanti criticato per la mancanza di controlli, l’arbitrarietà del panel, l’eccessiva ideologizzazione e l’interferenza dei grandi pr internazionali) anche quest’anno ha polarizzato l’attenzione del settore, con i big stretti nelle poltroncine, in trepidazione per il verdetto oracolare.
Purtroppo in discesa Piazza Duomo al numero 42 (era al 19: incomprensibile per chi ci ha mangiato) e Le Calandre al 41 (erano al decimo!). Mauro Uliassi si ferma al 34 (era al 12), Niko Romito, pure in grandissima forma, al 16 (l’anno scorso era al 15); solo Riccardo Camanini sale di una positizione, da ottavo a settimo.
Non sfonda per il momento Alchemist, che nonostante i capitali investiti si ferma al numero 5. Il grande favorito, il Central di Virgilio Martinez, la spunta infine su Disfrutar, come nelle attese. Ed è la prima volta per il ristorante di un paese emergente. Resta il dubbio, scorrendo la classifica, se abbia senso dare le stesse opportunità (leggi numero di giurati nel panel) agli ultimi arrivati rispetto alle culle del fine dining, o se questo rappresenti un eccesso di ideologia, come del resto i premi alla sostenibilità, alle donne eccetera.