I produttori agricoli e alimentari europei, pur producendo prodotti di alta qualità, copiati in tutto il mondo, mancano dello strumento necessario per promuovere le loro eccellenze: ossia una vera strategia comune e più fondi Ue a disposizione per la promozione e l’informazione.
È quanto emerso dal Consiglio informale dei ministri dell’agricoltura dell’Ue, conclusosi a Wroclaw (Polonia), dove i 27 Stati membri hanno trovato una forma di consenso sulla decisione di fare di più per promuovere l’agroalimentare europeo nel mondo. Il commissario europeo all’agricoltura, Dacian Ciolos, ha messo in guardia: «Noi dobbiamo fare scelte politiche. Quanto al bilancio deve essere all’altezza delle nostre ambizioni, dovremmo raddoppiarlo, se non triplicarlo». In linea con la Commissione Ue la posizione dell’Italia. Il ministro per le politiche agricole a alimentari, Saverio Romano, ha detto ai partner europei che «le politiche di promozione sono una leva indispensabile per la competitività e la crescita economica dell’agricoltura europea nel contesto di un mercato sempre più globalizzato». Aggiungendo:«Senza però strumenti efficaci sia sul mercato interno che internazionale, rischiamo di non raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati.
L’Europa infatti ha bisogno di portare ossigeno alle sue esportazioni agroalimentare che negli ultimi 10 anni hanno perso oltre il 4% del mercato mondiale. L’Italia vuole fare crescere l’export del suo ‘Made in Italy’ anche per poter meglio combattere l’agropirateria. Romano ha quindi sottolineato che »idonei mezzi di comunicazione e promozione sono necessari anche per arginare gli effetti devastanti che improvvise crisi di mercato determinano sui consumi dei prodotti e sui redditi delle imprese agricole, come recenti eventi hanno dimostrato. Insomma, ha detto senza mezzi termini il ministro: «Ci vuole una dotazione finanziaria adeguata, l’ammontare attuale è insufficiente».
Si tratta infatti di 53 milioni di euro l’anno (ortofrutta e vino esclusi) di fondi Ue che attualmente vanno ai 27 Stati membri per la promozione agroalimentare, e di questi solo il 26% è destinato all’export sul mercato mondiale. Il commissario ha rilanciato affermando che «un settore agricolo e alimentare moderno ha bisogno di una politica di promozione moderna». L’ambizione di Ciolos è di tendere verso quanto fanno gli Stati Uniti che per la promozione versano oltre 200 milioni di dollari l’anno al settore. La proposta sul rilancio del fondi alla promozione finirà inevitabilmente, secondo quando è emerso oggi, sul tavolo dei ministri Ue in concomitanza con la riforma della Pac post 2013. Il dossier diventerà quindi oggetto di un più ampio negoziato che deve tener conto dei futuri limiti del Bilancio 2014-2020. La Commissione potrà tuttavia contare sul sostegno dell’Europarlamento, come ha dichiarato a Wroclaw il presidente della commissario agricoltura del Parlamento Paolo De Castro. D’accordo gli agricoltori e le cooperative europee che hanno chiesto tramite il presidente Paolo Bruni, «di disporre di un nuovo strumento per una promozione rinnovata e rafforzata.