La Guardia di Finanza di Ravenna, nell’ambito dell’operazione “Max”, ha eseguito 23 perquisizioni e sequestrato circa 150.000 ettolitri di mosti d’uva, vini e altri sottoprodotti di lavorazione e derivati per un valore commerciale totale di oltre 5 milioni di euro. Lo ha fatto sapere il ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
L’operazione è stata condotta in collaborazione con l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi.
L’intervento, che rientra nelle azioni di contrasto alla contraffazione e al commercio di prodotti insicuri per i consumatori, nasce da un’attenta analisi del rischio eseguita dall’Unità Investigativa Centrale dell’Icqrf che aveva evidenziato, per tre realtà vitivinicole, gravi anomalie nella gestione della tracciabilità delle materie prime e sulla qualità dei mosti d’uva e dei vini.
Le indagini hanno portato alla luce diversi sistemi di frode finalizzati alla vendita di mosti d’uva e vini, tra cui anche un illecito traffico di prodotti vitivinicoli provenienti da compiacenti soggetti pugliesi che, secondo le ipotesi investigative, provvedevano al conferimento di mosti d’uva, ottenuti anche da uve da tavola, poi illecitamente destinati alla fermentazione alcolica al di fuori del periodo di vendemmia.