Si apre un nuovo capitolo nella storia del re dei rossi siciliani. Il marchio di Nero d’Avola Sicilia di Qualità, progetto di tutela brevettato dall’Istituto Regionale della Vite e del Vino è ufficialmente operativo.
Sul sito dell’istituto, al link http://www.vitevino.it/nero-davola-2/>, sono scaricabili la modulistica per accedere alla procedura di riconoscimento e il documento del disciplinare. I produttori che vogliono inviare la richiesta possono farlo da oggi stesso. Più tutela per il vino ambasciatore dell’Isola quindi che cambierà sicuramente le carte in tavola imponendo una serie di restrizioni ma soprattutto garanzia e trasparenza al consumatore. Rigidi i requisiti a cui dovranno rispondere i vini che si candidano alla certificazione. La conformità a livello qualitativo e produttivo, in vigna come in cantina, previsto dal marchio inoltre sarà monitorata dall’equipe messa in campo dall’Irvv come organismo di controllo.
Esattamente sono 8 i paletti inseriti per tutelare il prestigio del Nero d’Avola. A partire dalla composizione ampelografica dei vigneti, 85% coltivati a Nero d’Avola. Resa massima di uva per ettaro e titolo alcolometrico devono rispettare certi parametri: 9.000 kg/ha e 12,5% vol. Mentre la produzione massima di vino non dovrà superare i 6.300 L/ha. Le operazioni di vinificazione esclusivamente nelle zone tradizionalmente vocate descritte nel Trattato di Viticoltura Italiana di Pastena. Perno del disciplinare è il punto che detta la regola sull’imbottigliamento. Riportando testuali parole del punto 7: La certificazione “Nero d’Avola Sicilia Qualità” potrà essere rilasciata solo ai vini imbottigliati nell’intero territorio della Sicilia. Sotto la tutela del marchio vanno poi le caratteristiche organolettiche. Queste dovranno ricadere entro determinati standard stabiliti da un panel di degustazione appositamente costituito che avrà il compito di valutare le qualità dei campioni inviati.
Manuela Laiacona