''Scriveremo ancora anche nelle prossime ore alla Commissione dell'Unione europea per chiedergli di intervenire e impedire la diffusione di un elemento così distorsivo del mercato''.
Lo afferma il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, commentando la notizia sull'appoggio a un possibile sistema di etichettatura a semaforo da parte di alcune multinazionali dell'industria alimentare europea. ''Ribadiremo con forza il nostro “no” a questo sistema semaforo'', precisa Martina, nel ricordare che già lo scorso anno insieme a 15 Paesi europei lo aveva contrastato apertamente perche' ''provoca danni economici e d'immagine ai nostri prodotti, non porta alcun beneficio per i consumatori e non promuove uno stile alimentare equilibrato o una dieta sana, classificando i cibi con parametri discutibili e approssimativi''. Secondo il ministro ''non è accettabile che prodotti di qualità Dop e Igp possano essere marchiati con semaforo rosso, così come succede con altri alimenti che fanno parte della dieta mediterranea, come il pesce e l'olio d'oliva, mentre bibite gassate senza zucchero ottengono il semaforo verde''.
Multinazionali aprono alle etichette a semaforo
Alcune delle principali multinazionali dell'agroalimentare si accingono a dichiarare il loro appoggio ai semafori in etichetta, al prossimo incontro della Piattaforma Ue per la dieta, l'attività fisica e la salute, domani 9 marzo. A rivelarlo è il sito specializzato e di tutela dei consumatori Gift (Greatitalianfoodtrade). Si tratta del cosiddetto “traffic lights system”, a suo tempo introdotto su base volontaria dalla grande distribuzione britannica col sostegno delle associazioni dei consumatori e poi recepito dall'amministrazione sanitaria d'oltremanica. In sostanza, si tratta di apporre sulle confezioni dei prodotti una sintetica informazione sul contenuto di grassi, zuccheri e altro, utilizzando i colori verde, giallo e rosso in misura delle quantità contenute e delle loro possibili ripercussioni sull'equilibrio di una sana alimentazione. “Nel medio termine – spiega Dario Dongo, specialista in diritto alimentare – la Commissione europea, col sostegno delle grandi lobby industriali e delle associazioni dei consumatori, potrà considerare i semafori d'oltremanica come il modello da applicare in tutta Europa, sia pure a titolo facoltativo. Un primo passo in avanti, anche se in Italia potremmo vedere applicato questo sistema solo fra alcuni anni”.
Consumatori Ue, bene i semafori ma no alle porzioni
L'associazione dei consumatori europei del Beuc “accoglie con favore” l'annuncio delle multinazionali dell'alimentare di voler sviluppare un'etichettatura nutrizionale a semaforo, ma “deplora il modo in cui i produttori vogliono definire i colori che riflettono il valore nutrizionale degli alimenti”. In particolare, il Beuc ritiene che potrebbe risultare fuorviante per i consumatori il fatto che l'etichetta con codice cromatico a indicare la presenza di grassi, sale e zuccheri sarà integrata da informazioni sulla porzione. “Rifiutiamo – si legge in una nota dell'associazione – una combinazione di colori che utilizza la porzione come riferimento” perché renderebbe “non solo più difficile per i consumatori confrontare le etichette degli alimenti e capire quale prodotto è l'opzione più sana ma potrebbe addirittura trarre in inganno”.
Industria food, semafori iniziativa da valutare
L'industria alimentare dell'Unione europea “valuterà i dettagli della proposta” delle sei multinazionali che oggi hanno annunciato di voler lavorare a un'etichetta nutrizionale Ue a semaforo (con rosso, giallo e verde a segnalare la presenza di grassi, sale e zuccheri) integrata con informazioni sulla porzione. Lo si legge in una nota di FoodDrinkEurope, associazione di categoria dell'industria alimentare Ue. “Riconosciamo che l'iniziativa si basa sul sistema delle porzioni di riferimento, che FoodDrinkEurope ha sviluppato per aiutare i consumatori a fare scelte consapevoli” ma, sottolinea la nota dell'associazione, “FoodDrinkEurope e la maggioranza dei suoi membri non sono a favore dei codici cromatici in quanto potenzialmente fuorvianti e fonte di confusione”.
C.d.G.