È l'e-commerce community che ha tracciato un nuovo solco nell'acquisto in rete.
E adesso, a 5 mesi dal suo lancio, arrivano i primi dati. Grassroots Market di Vinix è la case history, potremmo dire, che ha rivoluzionato la vendita on line con la logica dei gas in chiave social, ma non è solo questo, riduttivo definire così il network creato e curato da Filippo Ronco. Sta di fatto che tanti wine lover l'hanno trovata una piazza dove potere interagire tra di loro e comprare etichette di piccole cantine espressione di una viticoltura che fa eccellenza, risparmiando anche. Ma parlano i dati. Dalla data del debutto, 18 gennaio 2013, ecco i primi traguardi.
In totale: 45 produttori selezionati (3 nuovi ingressi al mese in media); 5328 bottiglie vendute; 36 cordate lanciate; 111 gruppi di acquisto validi creati; 180 è il numero di partecipanti del gruppo più grande; Lombardia, regione con più concentrazione di gruppi di acquisto; ordine medio di 13 bottiglie; cordata media di 140 bottiglie; muro del bancale ormai raggiunto più volte.
Numeri che dicono che il sistema di Ronco funziona e piace agli amanti del buon bere. Ricordiamo la formula di questo e-commerce che avevamo spiegato in una intervista all'ideatore fatta ai tempi del lancio (per leggere l'articolo cliccare qui). Consente di comprare direttamente dal produttore, dalla cantina, senza che si faccia distinzione tra professionista o privato, il parametro di tale sistema non è chi compra ma quanto si compra. Più si è/più si compra/più si risparmia, ogni utente che entra a far parte di un gruppo di acquisto, quindi, risparmia e fa risparmiare gli altri in modo scalare. Con l'obiettivo radicare anche geograficamente e in modo permanente il gruppo, fargli assumere una identità ben precisa.
Un sistema semplice che ha appassionato, proprio per la filosofia di condivisione su cui si basa, tantissimi utenti non solo gli aficionados della rete.
“Sono numeri molto confortanti e che ci fanno ben sperare per il futuro”, scrive in un post Ronco condiviso su Twitter e Facebook. “In particolare, la media di bottiglie acquistate in cordata si è alzata moltissimo dalle fasi iniziali e dalle 40-60 bottiglie è oggi quasi triplicata, segno che la coesione di gruppo – sui gruppi più attivi – aumenta nel tempo così come la conoscenza personale delle persone che li compongono e la relativa fiducia percepita. Una tecnica che ormai i gruppi più attivi sembrano aver ben compreso è quella di lanciare la cordata con energia nelle fasi iniziali con acquisti consistenti (uno zoccolo duro di 5-6 utenti che arrivino a 100 bottiglie circa è sufficiente) poi la massa si aggrega agilmente non appena lo sconto inizia a diventare particolarmente interessante (35-40%)”.
L'entrata in scena di Grassroots market era stata anche accompagnata da preoccupazioni manifestate da enotecari e rivenditori del vino che temevano, per la politica del prezzo adottata, una possibile erosione, seppur in piccola percentuale, del proprio mercato. Allora Ronco, nella nostra intervista, aveva assicurato: “Chi compra attraverso Grassroots Market è poi lo stesso che va a bere un calice di vino in enoteca e chi ordina una bottiglia al tavolo. E poi abbiamo messo dentro le spese di spedizione con un prezzo che non si discosta di molto da quello dell’enoteca e in più obblighiamo all’acquisto minimo di dodici bottiglie”. A mesi di distanza tiene a ribadire. “Gli sconti indicati su Vinix sono matematici e derivati da un unico parametro essenziale che è il prezzo horeca sul quale anche ricaviamo il prezzo medio in enoteca. Quanto di più reale, matematico e asettico si possa chiedere ad un sistema trasparente. Vedremo di rivedere questi dati alla fine dell'anno per trarre i primi riscontri”.
L'e-commerce di Vinix è poi in crescita e in evoluzione. Verrà ampliato il catalogo mantenendo la rigida selezione all'ingresso, verranno introdotti alcuni miglioramenti e correttivi alla piattaforma. Cosi anticipa Ronco nel post: “In primo luogo renderemo agile per i produttori, poter creare anche delle selezioni “degustazione” che possano consentire ai singoli di fare un acquisto misto di tutti i prodotti aziendali come “prova sul campo” prima di lanciare cordate di gruppo più impegnative su prodotti specifici, in secondo luogo cercheremo di incentivare il lancio cordate con un meccanismo che tenda a premiare il capo cordata in relazione ai risultati raggiunti dal gruppo (ricordiamo che il capo cordata può essere di volta in volta chiunque all'interno del gruppo lanci una cordata e non necessariamente il gestore del gruppo)”.
Tra i futuri step c'è anche quello di incentivare i gruppi di acquisto del Sud Italia, porzione del Bel Paese che ha risposto e partecipato timidamente al network.
M.L.