Nasce VinitalyWineClub, il nuovo progetto di Veronafiere.
Una piattaforma mondiale che mette in relazione business, promozione, comunicazione, istituzioni, nazionali ed estere, e i consumatori world wide.
La rassegna vinicola, nata nel 1967, rafforza ancora di più l'utilizzo dell’information technology. A presentarlo sono stati il presidente di Veronafiere, Ettore Riello, e il direttore Generale, Giovanni Mantovani, a Eataly, a Roma, durante la presentazione della 47° edizione di Vinitaly, in programma a Verona dal 7 al 10 aprile.
“Dalle rassegne internazionali transita una considerevole fetta del business delle pmi e delle medie e grandi aziende. Un ruolo che noi operatori fieristici continuiamo a potenziare per accompagnare e anticipare cambiamenti e innovazioni offrendo supporto e servizi utili allo sviluppo dell’impresa – ha detto Riello – Vinitaly rappresenta col suo sistema interconnesso un vero e proprio asset per l’intero Paese, a maggior ragione ora che tutte le istituzioni politiche nazionali e internazionali sono chiamate a misurare la qualità degli investimenti in cui vengono impegnate le risorse pubbliche – ha proseguito Riello -. La Ue ha approvato importanti stanziamenti a sostegno del vino italiano, molti dei quali destinati alla promozione dei vini sui mercati intra ed extra Ue: la credibilità, l’efficacia e l’ampio raggio d’azione di Vinitaly fanno di questo sistema un canale ideale per una promozione misurabile e di qualità”.
Cosa fa Vinitaly per essere il “Brand ombrello” , l’HUB internazionale per la promozione e il commercio del vino, lo ha spiegato il direttore generale, Giovanni Mantovani: “Oltre il 35% del totale della media annua dei visitatori di Vinitaly proviene dall’estero. Lo scorso anno, gli operatori stranieri sono stati 48.544 da 116 nazioni su un’affluenza complessiva che ha registrato 140.655 presenze, tra le quali 2.496 giornalisti accreditati da 45 Paesi con 170 tra radio e tv, 105 quotidiani e 110 testate online”.
“Vinitaly, a Verona con i suoi 4.200 espositori da oltre 20 Paesi è una straordinaria occasione di contatto per il settore – ha aggiunto Riello – che nei primi 11 mesi dello scorso anno ha segnato un export in calo del 9% nei volumi, per un totale di 21,4 milioni di ettolitri esportati, e un incremento del 7% in valore, pari a 4,7 miliardi di euro. Dati che non bastano a considerare il vino al riparo dai mutamenti dell’economia mondiale, dal momento che in Cina, ad esempio, a fronte di un player antagonista come quello francese che perde quote, l’Italia rimane inchiodata al 5% della quota mercato pur a fronte di una crescita esponenziale dei consumi nell’Impero Celeste”.