Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Il progetto

Slow Food lancia il social network per chi coltiva l’orto in casa

16 Aprile 2012

Il social network di chi coltiva il proprio cibo.

Nasce lo strumento di riferimento per chi cura il proprio orto in campagna o città. Vede la partnership di Slow Food Italia e Grow the Planet, progetto di H-Farm, la Venture Incubation che supporta i giovani imprenditori nel settore internet e media digitali. 

Funziona come un classico social network: si crea un profilo e poi si interagisce con i propri amici che hanno un orto, vero e non virtuale, o vogliono farne uno. Si potranno cercare in questa vetrina articoli, libri ed esperti, ma anche incontrare “nella vita vera” i propri “vicini di casa”.

Un social network per scambiare prodotti, sementi, visite e assaggi ma anche per portare i bambini nell’orto, far loro scoprire i cicli della natura e condividere quanto imparato a scuola con i propri coetanei in tutta Italia.

Grow the Planet infatti mette a disposizione degli utenti su www.growtheplanet.com> tanti strumenti di apprendimento, di gestione e di interazione che accompagnano dalla semina alla raccolta.

Alla rete saranno interconnesse anche le scuole che aderiscono al progetto Orto in Condotta, il programma educativo di Slow Food che prevede attività e percorsi formativi per insegnanti, studenti, genitori e nonni, con la realizazione dell’orto scolastico come strumento didattico per conoscere il territorio, i prodotti e le ricette. 

Le scuole, grazie a questa piattaforma, potranno ricevere consulenze agronomiche, scambiarsi materiali didattici, sementi, prodotti ed esperienze fra loro e con tutta la community.  

“Per le 425 comunità di apprendimento sorte attorno al progetto Orto in condotta, così come per tutti i soci orticoltori di Slow Food, Grow the Planet rappresenta da un lato uno strumento per scambiarsi esperienze e idee in modo diretto, dall’altro un’opportunità per sentirsi parte di una comunità molto più vasta di appassionati orticoltori – spiega Valeria Cometti, responsabile dei progetti educativi Slow Food (www.slowfood.it/educazione>) – forse all’inizio lo strumento informatico potrebbe intimidire insegnanti, genitori e nonni ortolani ma sono sicura che appassionerà i più giovani e che presto tutti impareranno a utilizzare al meglio la piattaforma”. 

Maria Giambruno