A collaborare al progetto dell'Istituto Tecnico Cuppari di Messina, il produttore Marco de Grazia e l'enologo Nicola Centonze
Si chiama San Placido ed è un Faro doc molto particolare perché a realizzarlo sono gli studenti dell’Istituto Tecnico Agrario Cuppari di Messina.
Da una parte ci sono i quattro ettari e trenta di terreno annesso alla scuola dove, nel 2005, sono stati reimpiantati i vigneti. Dall’altra, in un angolo del monastero benedettino di epoca rinascimentale che ospita l’istituto, c’è la cantina. A fare da trait d’union, circa un centinaio di allievi coordinati da due docenti, Maurizio Costantino e Leopoldo Moleti. Il San Placido 2010 è stato presentato per la prima volta al grande pubblico quest’anno al Vinitaly e adesso è pronto ad affrontare il mercato nazionale ed internazionale.
“I nostri studenti sono entusiasti di questo progetto – spiega il professore Costantino che insegna trasformazioni agroalimentari – e ogni anno, per la vendemmia, anche quelli che si sono già diplomati vengono ad aiutarci. Facciamo un calendario per la raccolta delle uve in modo da coinvolgere tutte le classi e poi, per la vinificazione e il monitoraggio, lavoriamo con gli studenti delle quarte e quinte”. L’istituto Cuppari si muove su due fronti: da una parte mira a far conoscere e distribuire il proprio vino, dall’altro punta ad un rilancio complessivo della doc Faro, “rivitalizzandola e diventando un punto di riferimento per la viticoltura nel messinese”.
Obiettivi ambiziosi che la scuola spera di raggiungere anche con l’ausilio di due professionisti del vino, l’enologo Nicola Centonze che ha “messo a punto” il San Placido e Marco de Grazia, che con la sua azienda sull’Etna, Tenuta delle Terre Nere, distribuisce vini pregiati in tutto il mondo. Entrambi sono stati contagiati dall’entusiasmo con il quale questo progetto è portato avanti e non hanno potuto far altro che crederci. Anche loro con lo stesso entusiasmo.
“Questo Faro è il primo esempio di vino prodotto in una scuola che sia stato mai realizzato in Sicilia – spiega Nicola Centonze –. Il nostro intento è quello di rispettare le uve della zona e assecondare quello che il territorio ci offre. Credo nell’enologia del buon senso, senza estremismi, per questo il vino che produciamo è elegante ma non invadente, pur avendo una sua struttura. Certamente è emozionante se si conosce la sua storia, il territorio dal quel proviene e il contesto nel quale è realizzato”.
E in effetti il vino, all’assaggio, come ci racconta chi lo ha degustato, ha una trama di grande eleganza. Profondo, terroso, piccolissimi frutti di bacca rossa si sprigionano al palato. Bella persistenza. Luminoso. Come un “faro”.
Al momento se ne producono 8 mila bottiglie, ma è nelle intenzioni di studenti, docenti ed esperti, arrivare a 12 mila. Intanto si “accontentano” di distribuire il San Placido oltre oceano. “Trovo bellissimo che una scuola porti avanti la cultura della viticoltura prima ancora che della vinificazione – afferma Marco de Grazia -. Per questo ho deciso di collaborare con studenti ed insegnanti a questo progetto e il fatto che qualcuno li aiuti è per tutti uno stimolo a fare sempre meglio. Abbiamo appena iniziato a distribuire con successo il San Placido a New York e in California. Dietro questo vino c’è anche il lavoro di un enologo molto bravo, dunque ci sono tutte le carte in regola per potere diventare un esempio in una zona in cui ci sono pochissimi produttori che imbottigliano”.
Clara Minissale