Nutrirsi bene è un insegnamento che frutta.
E’ questo lo slogan del programma europeo “Frutta nelle Scuole” finalizzato ad aumentare il consumo di frutta e verdura da parte dei bambini nella fase in cui si formano le loro abitudini alimentari. Da molti anni è stato ormai appurato che i principali errori alimentari dei ragazzi riguardano una alimentazione monotona con troppi zuccheri e non sufficientemente varia. Una alimentazione che tende a trascurare spesso il consumo di frutta e verdura (la quantità raccomandata dagli esperti è di almeno 400gr. al giorno), essenziale per garantire il mantenimento di uno stato di salute psicofisica ottimale. Alla luce di questo scenario si comprende perfettamente l’importanza di un programma, vasto e complesso, come quello di “Frutta e verdure nelle Scuole” in cui forte è il ruolo dell’educazione alimentare e dai molteplici obiettivi. Eccone alcuni tra i tanti: distribuzione di prodotti ortofrutticoli (finanziati interamente con aiuto comunitario e nazionale), utilizzo di apposite strutture in grado di supportare la distribuzione, avvio di una rete costituita da Mipaaf, Regioni, Provincie Autonome e istituzioni scolastici. Tutte azioni coerenti per raggiungere gli obbiettivi definiti.
Una consapevolezza che sembra, però, rallentare in alcune regioni italiane che detengono un infelice primato: Sicilia, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Umbria, Veneto e P.A. di Trento sono state dichiarate dai funzionari del Ministero non soltanto carenti nelle adesioni al programma europeo (introdotto dal regolamento Ce n. 1234 del Consiglio del 2 ottobre 2007 e dal regolamento Ce n.288 della Commissione del 7 aprile 2009) ma risultano essere quelle con il più alto tasso di obesità infantile. Secondo il Mipaf il tracollo del programma è avvenuto proprio in queste regioni con una produzione ortofrutticola di qualità (marchio DOP,IGP,BIO) che maggiormente necessiterebbero di un miglioramento dello stile di vita. Per questo motivo e alla luce della riapertura dei termini di adesione al programma per l’annualità 2013-2014 da parte del Ministero delle Politiche Agricole alimentari e Forestali, l’Assessore regionale alle Risorse Agricole e Alimentari Dario Cartabellotta ha dunque chiesto, con una nota ufficiale al Ministro Di Girolamo, che venga fatta una attenta riflessione sul corretto andamento del programma.
“Al quarto anno di programmazione in Sicilia“sottolinea Dario Cartabellotta nel comunicato stampa diffuso dall’Assessorato “si assiste ad un crollo delle adesioni: 23.000 partecipanti a fronte di un contingente regionale riservato di 102.000 alunni. Un evidente segnale negativo rispetto agli anni precedenti, sempre in uno stato di overbooking di adesioni di scuole e studenti”.
Il programma “Frutta nelle scuole” nel corso di quest’anno ha ottenuto una grande visibilità non soltanto per la campagna promozionale di cui è stato oggetto, ma anche a causa di alcune polemiche sorte sul consumo a km 0: durante lo scorso mese di ottobre, ad esempio, è scoppiata una diatriba riguardo al fatto che in Trentino le mele destinate alle scuole che aderivano all’iniziativa provenivano dal Veneto. Qualche perplessità ha suscitato anche la qualità della frutta che arriva ai bambini. Insomma un progetto nobile, quello di educare gli studenti a mangiare sano. Contestata però la modalità utilizzata per arrivare al risultato.
“Le scuole, gli insegnanti e gli studenti”conclude Cartabellotta “sono rimasti delusi sulla qualità della frutta, sui controlli qualitativi e sulle carenze logistiche e distribuitive. Inoltre non si comprende perché, dopo aver sostenuto per anni le politiche di educazione al consumo a km 0, che veicolano un messaggio di sostenibilità ambientale, si debba assistere solo a viaggi di frutta da nord a Sud dell’Italia senza alcuna motivazione”.
Rosa Russo