Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Il progetto

Albicocca di Scillato, il primo presidio siciliano finanziato interamente da un privato

17 Ottobre 2014
albicocca albicocca

E’ la prima volta, nella storia di Slow Food in Sicilia, che un privato decide di finanziare totalmente un Presidio, di sostenere una produzione a rischio di estinzione e con essa una parte importante della memoria e del futuro di un territorio.

 A beneficiare del virtuoso “patron” è l’albicocca di Scillato, new entry nel prezioso elenco dei tesori agroalimentari ad alto contenuto artigianale tutelati dall’associazione, e tra le nicchie agricole protagoniste al Salone del Gusto e Terra Madre, in programma a Torino dal 23 al 27 ottobre. Quella del piccolo frutto, un tempo coltivato nelle campagne attorno al paesino che ricade nel Parco delle Madonie a pochi chilometri da Palermo, è destinata a diventare una Case History unica a sé, una sorta di spartiacque nell’iter riservato alla nascita di un presidio.
 
Tommaso Dragotto, noto imprenditore siciliano, presidente di Sicily By Car, una delle più grosse compagnie di autonoleggio, si è preso l’onere finanziario che sino ad ora è sempre stato assunto da assessorati, camere di commercio o altri enti. L’ iniziativa ha “salvato” in extremis il destino di questa varietà, unica al mondo, precoce e dolcissima, andando a colmare la mancanza di fondi che avrebbe dovuto predisporre la Regione. Un tassello importante della cultura agricola madonita è stato strappato all’oblio. Dove non è arrivata l’Istituzione, è arrivata la volontà di un cittadino.


Tommaso Dragotto

“Amo tantissimo la mia Sicilia – commenta Dragotto –  La natura di quest’Isola ci ha sempre regalato frutti straordinari. Non l’ho mai abbandonata, e quando c’è la possibilità di fare qualcosa per lei vado fino in fondo, con adrenalina e tanta emozione. Il sostegno al presidio dell’Albicocca è la mia dichiarazione d’amore e rappresenta un sogno, un’occasione per i giovani e per l’Isola stessa. Ripeto sempre questa frase ai ragazzi che incontro alle conferenze: chi non sogna non ha un futuro! E’ motivo di orgoglio per me potere aiutare giovani siciliani a fare impresa con l’agricoltura nella propria terra. Se vanno via i giovani mancherà un futuro migliore. Perché non dare loro una mano? Il presidio può essere un buon insegnamento di vita. Significa non arrendersi mai, guardare sempre con estremo ottimismo al futuro”.
E questo c’è tutto, soprattutto nell’animo dei quattro ragazzi che porteranno avanti il progetto, in campo e nel mercato, i Carusi. Gruppo che ha l’età media di trent’anni, costituitosi per valorizzare l’attività agricola del luogo e le risorse che vanta (portano avanti anche un progetto sull’arancia di Scillato, altra varietà autoctona particolarmente pregiata). Alberto Battaglia, Giuseppe Quagliana, Giuseppe Oddo, Alessandro Capizzi non hanno voluto lasciare la propria casa, e nelle campagne coltivate dai loro nonni hanno trovato la vera occasione di riscatto, l’opportunità di fare reddito.
 
“Neanche noi credevamo di arrivare a questo punto – ci dice Alberto –. Un sogno realizzato. E pensare che tutto è partito da un corso. Adesso siamo alle porte del Salone del Gusto, per la nostra terra una vetrina importante. La nascita del Presidio non è però un traguardo, è solo l’inizio – puntualizza – . Noi ce la metteremo tutta per fare apprezzare l’Albicocca e il territorio di Scillato. Il nostro intento è quello di ritornare da Torino con numeri in mano,  per incoraggiare i nostri coetanei, per dimostrare alla nostra comunità che si può fare agricoltura seria”.
 
Nell’attività di recupero di questa varietà, di cui rimangono attualmente solo poco più di mille alberi, sparsi tra orti e giardini, un ruolo importante l’ha giocata l’Università di Palermo, precisamente il Dipartimento di Agraria.  Per capire quale, bisogna fare un salto indietro di tre anni e a quel corso, citato da Alberto, che l’Università avviò nel 2012 con il patrocinio del 

Comune di Scillato dedicato ai giovani desiderosi di trovare uno sbocco in agricoltura. Tra gli insegnanti c’era anche Francesco Sottile, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell'Università di Palermo e Vicepresidente di Slow Food Sicilia con Delega ai Presìdi regionali. Per stimolare i ragazzi a conoscere meglio il territorio, Sottile li invoglia a recuperare anche gli albicoccheti abbandonati della zona. Da lì la presa di coscienza da parte di alcuni studenti dell’importanza di questa albicocca, e l’avvio del percorso che alla fine ha portato al riconoscimento del presidio, passando anche dalla caratterizzazione secondo la Legge Regionale sulla Tutela delle Risorse Genetiche Born in Sicily del 2013 con l’iscrizione al  registro.

 

“La nascita del Presìdio – dichiara Sottile – ci rende  ancora più felici per via dell’ impegno ambizioso, importante dal punto di vista sociale, che l'Università di Palermo ha assunto parecchi mesi fa. Poter dire che oggi quattro giovani hanno un motivo in più per rimanere significa sperare che la valida alternativa per trovare lavoro non sia necessariamente la fuga dalle aree rurali e l'abbandono della biodiversità.  Va ringraziato Tommaso Dragotto che ha manifestato la giusta sensibilità nel sostenere la nascita di questo Presìdio, mettendosi  in gioco in questo modo nella tutela dell'agrobiodiversità quale risorsa culturale della Sicilia. E anche Mario Indovina, fiduciario di Slow Food Palermo che ha fatto conoscere la realtà dei Presidi al presidente di Sicily By Car”.
 
Frutto fortunato, l’Albicocca di Scillato, da andare a scoprire al Salone sotto forma di confettura trasformata da Scyavuru, azienda conserviera di Ribera che ha spostato il progetto aiutando i  ragazzi a lavorarla. Il suo sapore è strettamente legato alla qualità delle acque che caratterizzano Scillato. Soprattutto sano. Non va incontro a trattamenti fitosanitari proprio perché precoce. Ricca di colore, di profumi, inebriante: perla di montagna dal bassissimo impatto ambientale.

 

Manuela Laiacona