di Gianluca Rossetti
“Una partita di whiskey inutilizzato e abbandonato a sè stesso, la visione di un leggendario master blender a guidare un team giovane e ribelle e un grande obiettivo: creare un rye whiskey capace di esprimere tutto il suo potenziale e inaugurare una nuova era per questo distillato”.
Quello di WhistlePig è un progetto la cui genesi ricorda la trama di un romanzo d’avventura: i protagonisti, grazie all’intervento di un aiutante magico e al ritrovamento di un tesoro dimenticato, realizzano il proprio sogno. Nello specifico, realizzare un rye whiskey diverso da tutti gli altri che omaggia il passato, ma non teme di guardare al futuro. È il 2007 quando un gruppo di amici, senza alcuna precedente esperienza alle spalle, decide di rilevare i circa 200 ettari che circondano una fattoria vecchia 150 anni nel Vermont, con l’intenzione di ammodernarla e trasformarla allo stesso tempo anche in distilleria. Arrivano cavalli, pecore, capre, api e, soprattutto, maiali Kunekune: a Mortimer e Mauve, la coppia regina dell’allevamento, si deve il nome di WhistlePig. Otto ettari di bosco di acero sono destinati alla produzione di sciroppo ma, purtroppo, all’epoca i campi di segale della proprietà non permettevano di avviare una distillazione di whiskey. Come riuscire a sopperire a questa iniziale mancanza, in attesa che i motori della fattoria entrassero a pieno regime?
È a questo punto della storia che entrano in gioco i due elementi che ne determinano l’inaspettato, ma avvincente plot twist: da una parte Dave Pickerell, il master blender considerato il padre putativo della distillazione artigianale negli Stati Uniti che, dopo aver conosciuto il team in Vermont resta conquistato dalla loro folle idea; dall’altra uno stock invecchiato 10 anni di rye whiskey da miscelazione, inutilizzato e abbandonato a sé stesso, che Pickerell scopre in Canada e decide di far arrivare per iniziare l’avventura di WhistlePig. WhistlePig Small Batch Rye 10 Years Old, rilasciato nel 2015, nasce proprio da quello stock: invecchiato in botti nuove di rovere americano, è la prima etichetta a vedere la luce nella distilleria del Vermont e rappresenta la pietra miliare della produzione di WhistlePig. Il suo carattere forte e speziato, che rivela nuovi strati di gusto per ogni anno di vita, conquista le giurie di categoria: Wine Enthusiast gli assegna 96 punti, uno dei punteggi più alti mai attribuiti a un rye whiskey. Grazie all’aiuto di Dave Pickerell, che contribuisce alla crescita di WhistlePig non solo come master distiller, ma anche disegnando gli alambicchi in rame ancora oggi usati nella distilleria, arriva anche WhistlePig 12 Years Old World Rye, il primo blend maturato in botti di rovere americano con affinamento in ben 3 tipi di botte diverse: Porto (7%), Sauternes francese (30%) e Madeira (63%). Un prodotto così unico e diverso dagli altri da conquistare la doppia medaglia d’oro alla San Francisco World Spirit Competition del 2015.
Due anni dopo aver annunciato al mondo i suoi due primi rye whiskey, WhistlePig presenta la sua prima edizione limited edition di FarmStock Rye Crop, ottenuta per la maggior parte con segale di proprietà, insieme all’utilizzo di acqua della fattoria e legno di rovere bianco del Vermont (che definiscono il “Triple Terroir Whiskey”, termine oggi addirittura brevettato). Questo rye whiskey rappresenta una svolta storica per WhistlePig. Nel 2018, una tragedia colpisce non solo Whistlepig, ma tutto il mondo della distillazione: Dave Pickerell muore mentre sta partecipando al WhiskyFest di San Francisco. La perdita di un amico prima che di un mentore, spinge la squadra a proseguire nel solco da lui tracciato, con l’obiettivo di continuare ed esplorare le infinite possibilità che un rye whiskey può offrire. Perché se è sempre possibile imparare dal passato, non si deve mai smettere di cercare di costruire un futuro diverso per la categoria. Fedeli a quelli che sono stati gli insegnamenti di Dave, anche oggi, in ogni fase del processo di produzione, i ragazzi di WhistlePig si fanno innanzitutto tre domande: “Che cosa è stato fatto in passato?” “Da allora abbiamo imparato qualcosa che possa migliorare ciò sappiamo?” “Ci sono altre vie che varrebbe la pena esplorare?” Consapevoli che il cammino di distillazione del rye whiskey è spesso tortuoso, non lineare e anche costellato di errori, in WhistlePig si continua a sperimentare. La segale è un grano difficile da coltivare e, come un grande Bordeaux, ha bisogno di tempo per poter maturare ed esprimersi al meglio. Un’altra sfida da affrontare è quella dell’affinamento: il team di WhistlePig ha setacciato il mondo per trovare le botti più interessanti a disposizione e ne ha creata una con il rovere bianco del Vermont, che cresce nella fattoria, letteralmente a chilometro zero. Una volta lasciato il Whiskey a riposare, inizia la fase più difficile di tutto il processo: l’attesa. I risultati sono a volte contrastanti. Alcuni affinamenti non riescono o non aggiungono nulla a quanto già esistente. Ma molti altri hanno invece introdotto nuovi livelli di complessità e profondità nel prodotto, come nel caso di WhistlePig 12 Year Old World Rye, ma anche di WhistlePig 15 Years Old Estate Oak Rye, il primo prodotto della distilleria lasciato a maturare oltre 10 anni in botti di Vermont Estate Oak raccolto direttamente nella fattoria, da cui emergono sentori di spezie, zucchero, quercia e lussureggianti note agrumate. Oggi WhistlePig entra ufficialmente nel portafoglio Spirits di Moët Hennessy, portando il suo core range di rye whiskey: 10 Y.O., 12 Y.O. e 15 Y.O. Tre referenze destinate a cambiare la percezione di questo distillato nel mondo.