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Il prodotto

Un Metodo Classico dal Cru Cartizze, il nuovo progetto di Bisol

03 Gennaio 2013
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Un Cartizze Metodo Classico.

Ecco l’ultima novità in casa Bisol, famiglia di storici produttori di Prosecco in Valdobbiadene. Lo vedremo sugli scaffali tra un anno. 
 
Dopo i Metodo Classico Talento e Relio, nelle varianti Brut ed Extra Brut, questa volta l’azienda punta sul Cru Cartizze Docg, di cui già hanno fatto una versione con Metodo Charmat, Dry, (cioè con residuo zuccherino tra i 17 e i 32 grammi / litro). Sono le peculiarità di questo piccolo terroir che hanno convinto Desiderio Bisol a vederci uno Champenoise. Lui è rappresentante insieme al fratello Gianluca della nuova generazione alla guida dell’azienda e come enologo segue la cantina. Ci spiega, in anteprima, il perché di questa nuova veste del Cartizze. “Il progetto nasce un anno fa durante la vendemmia 2011 – dice Bisol – abbiamo pensato che il Metodo Classico fosse la strada più iteressante per potere esaltare le  particolarità della tipologia Cartizze che si distingue per straordinaria ampiezza e longevità. Da allora massima attenzione rivolta in vigna per ottenere la base migliore che faccia parlare il territorio”.

La raccolta delle uve viene fatta a mano attraverso una selezione accurata dei grappoli che prosegue anche in cantina. Fa maturazione sui lieviti per 10-11 mesi. “Questa breve sosta darà  vita a un prodotto caratterizzato da un fruttato meno intenso – anticipa l’enologo – ma più delicato e mediato dai sentori di crosta di pane, tipici dello Champenoise.  Sarà insomma una chicca per esperti ed enoappassionati  che amano le bollicine di carattere e che sono sempre più attenti alle novità, anche quelle più estreme”.  La gradazione alcolica sarà più sostenuta, intorno ai 12- 13 gradi, e il residuo zuccherino quasi assente.


Desiderio e Gianluca Bisol

Di questo Metodo Classico usciranno solo 2500 bottiglie, come spiega anche il direttore generale dell'azienda, Gianluca Bisol. “Siamo in attesa di veder nascere questa nuova creatura – dice-. Si tratta di una piccola produzione che esprime non solo il territorio, ma anche la difficoltà che comporta la viticoltura ad alta quota  e la gestione e la cura dei vigneti”. Sarà possibile acquistare  le bottiglie del nuovo Metodo Classico en primeur. E per quanto riguarda il nome, si pensa già a qualcosa che richiami l'esclusività”. E al riguardo si sbottona: “potrebbe chiamarsi “Private”, che in inglese significa “privato” per enfatizzare ancora una volta l’unicità di questo territorio e quindi del prodotto”.

Maria Antonietta Pioppo