di Francesca Landolina
Un incastro armonico tra Sangiovese e Merlot, il nuovo vitigno Merlese dà vita a “Solo”, ultimo nato della cantina Umberto Cesari, a Castel San Pietro Terme, sulle colline che dominano l’antica Via Emilia, al confine tra Emilia e Romagna, a un’altitudine che varia da 75 a 250 metri sul livello del mare.
“Solo”, merlese in purezza, è un vino che prende vita dopo anni di ricerche e sperimentazioni, per esaltare e valorizzare il territorio romagnolo. Cosa ha guidato alla creazione di qualcosa che non c’era nel panorama vinicolo italiano? “La nuova sfida enologica della Umberto Cesari inizia anni fa con mio padre – spiega il produttore Gianmaria Cesari –, comincia in collaborazione con la facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, (una relazione quella con l’Ateneo che dura da ben 40 anni) ed è ispirata dal nuovo contesto climatico che si sta delineando. Questa nuova varietà di vite, più tollerante agli stress ambientali rispetto ai genitori (sopporta meglio di Merlot la siccità e resiste meglio di Sangiovese alle piogge tardive), è stata abbinata a pratiche agronomiche innovative e sostenibili, nell’intento di ottenere quella resilienza che sta diventando condizione necessaria per la viticoltura di oggi”. Il percorso che oggi permette di parlare di Merlese parte quindi da lontano. “Sono servite determinazione e tenacia per riuscire a presentare il primo vino prodotto interamente da queste uve – ha spiegato Cesari -. Solo è un unicum dove teoria e pratica si incontrano alla perfezione. Figlio di questo momento storico, dove condivisione e integrazione sono elementi cardine e a dispetto del nome non nasce in solitudine, ma dall’esigenza di parlarsi e avvicinarsi ancora di più. Un vino complesso, di grande struttura, bevibilità ed eleganza, che riafferma la nostra volontà di guadare sempre avanti, percorrendo nuove strade proiettate verso il futuro, per costruire nuove memorie. A lui abbiamo dedicato 4 ettari di vigneto e la 2018 è la prima annata, dopo tanti sforzi. Ci crediamo e per noi segna un nuovo cammino. Siamo conosciuti per altri vini, che continuano a rappresentarci. Ma Solo è il nuovo che avanza, con la stessa determinazione che mettiamo sempre per far sì che il nostro territorio sia valorizzato e apprezzato come merita”, ha affermato il produttore.
Il nome del vino, Solo, racchiude in sé il senso della totalità, dell’integrità e della completezza. Il frutto di un vitigno nuovo, il Merlese, un incrocio di due varietà appartenenti alla stessa specie: Vitis vinifera. I vitigni nascono quasi tutti da incroci spontanei, ovvero per uno scambio fortuito di polline tra due soggetti, ma se l’uomo agevola l’arrivo del polline di una varietà ben precisa (Merlot) sull’ovario di un’altra di interesse (Sangiovese) si ottengono dei vinaccioli che seminati danno origine a una nuova varietà. Uno di questi vinaccioli ha dato vita al Merlese. “Le vigne di Merlese, coltivate in terreni calcarei con matrice argillosa, offrono un’uva a bacca nera che gode di una leggera precocità ereditata dal Merlot, affiancata a una capacità di resistenza superiore, rispetto al genitore Sangiovese – ha spiegato l’enologo Maurizio Bassi -. Il Merlese matura prima del Sangiovese, ma dopo il Merlot; le foglie assomigliano a quelle di Merlot, coperte di tomenti, il grappolo è più piccolo del Sangiovese, ma più grande del Merlot. Il peso medio è una via di mezzo tra quello dei genitori, ma l’aspetto interessante è il colore che le bucce regalano al vino. Il Merlese vanta infatti una buccia ricca di polifenoli oltre che maggiori livelli di acido e di concentrazione zuccherina. Un’uva che porta con sé i profumi del Merlot e la forza del Sangiovese, con un tocco più gentile e meno spigoloso”.
A valorizzare il vino, che si inserisce tra i top di gamma della cantina, arriva anche il packaging. Veste nera per la bottiglia su cui campeggia, al posto di una comune etichetta, il nome in rilievo, con un color oro, elegante e minimale. “Solo” esalterà ancora di più l’unicità delle wine collections della Umberto Cesari” – ha affermato Marcella Logli, Marketing and Strategy Director – Il lancio della nuova bottiglia si inserisce all’interno di un’importante operazione di rebranding che ha l’obiettivo di rivolgersi ai mercati attuali e potenziali con un linguaggio immediato e diretto, che incontra le esigenze di un cliente sempre più esperto, sensibile e vivace. Un cambio di passo che sarà sostenuto da un’importante campagna media online e offline che contribuirà a donare ulteriore slancio all’immagine del brand”. Il vino lo abbiamo degustato in anteprima. Solo 2018 è un vino singolare, che non ha né può avere termini di confronto. Incuriosisce in quanto novità assoluta, ancora da scoprire, ma subito cattura l’attenzione al calice. Si presenta di colore rosso rubino intenso, con riflessi violacei. Al naso il bouquet è ricco di note di fruttate di ciliegia, more, frutti di bosco, tamarindo che si fondono a quelle speziate di pepe e chiodi di garofano con sentori balsamici. Al palato colpisce per la morbidezza e la delicatezza ben armonizzate con l’acidità. La trama tannica è fitta e decisa, ma gradevole. Dopo la vinificazione, il vino affina in acciaio e per successivi sei mesi in bottiglia. Potrebbe essere destinato alla longevità. Se ne producono 3.000 bottiglie. Ognuna di esse ha un pezzo di 33 euro franco cantina.