Il Pistacchio di Raffadali è ufficialmente Dop.
La notizia tanto attesa è finalmente arrivata. Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (Regolamento numero 2021/474), il Pistacchio di Raffadali viene iscritto nel registro delle denominazioni di origine protetta e delle indicazioni geografiche protette. Il comitato promotore della Dop, composto da Calogero Frenda (Presidente), Salvatore Gazziano, Carmelo Bruno e Franco Nocera, esprime enorme soddisfazione per il risultato raggiunto. “Un grande risultato ottenuto grazie al lavoro di studio e di coinvolgimento di tutti i soggetti della filiera del pistacchio. La Dop rappresenterà un nuovo elemento di sviluppo e di crescita dei territori coinvolti. Ci adopereremo da subito, per mettere in campo tutte le azioni per la promozione e la tutela del nostro prodotto. La Dop aprirà scenari importanti per i produttori ed i trasformatori associati. I mercati europei ed internazionali da oggi potranno contare su un nuovo prodotto di eccellenza certificato. L’ottenimento del marchio ci permetterà di godere di enormi benefici a vantaggio di chi sta investendo sulla coltivazione e trasformazione del pistacchio di Raffadali. Un ringraziamento a tutti coloro che in questi anni hanno collaborato con noi, a partire dagli Enti locali, agli uffici dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura e del Servizio diretto da Pietro Miosi, agli Uffici PQAI IV, del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Non vediamo l’ora di poter festeggiare e brindare a questo importante traguardo”.
La Dop di Raffadali, inizialmente di 13 comuni (Raffadali, Joppolo Giancaxio, Santa Elisabetta, Agrigento, Cianciana, Favara, Racalmuto, Sant’Angelo Muxaro, San Biagio Platani, Cattolica Eraclea, Casteltermini, Santo Stefano Quisquina, Aragona), si è allargata ad altri 18 (Comitini, Grotte, Montallegro, Alessandria della Rocca, Siculiana, Realmonte, Naro, Porto Empedocle, Castrofilippo, Campobello di Licata, Ribera, Canicatti, Palma di Montechiaro, Ravanusa, Camastra; Montedoro e Serradifalco in provincia di Caltanissetta). La zona di produzione risulta caratterizzata da terreni di origine calcarea e da un clima mediterraneo sub-tropicale, semiasciutto, con estati lunghe e siccitose, piovosità concentrata nel periodo autunnale ed invernale e notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte. Gli impianti, nel territorio dove si coltiva il pistacchio di Raffadali, sono prevalentemente di tipo artificiale: nella messa a dimora delle piante di terebinto, vengono privilegiate le esposizioni più soleggiate, prevalentemente a Sud e i substrati di origine calcarea.
C.d.G.
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