di Francesca Landolina
La raccolta non è iniziata, ma si prospetta già un’ottima annata. Parliamo del pomodoro Siccagno di Valledolmo, in provincia di Palermo, con Vincenzo Pisa, presidente della Cooperativa La Rinascita, che opera dalla fine degli anni ’70.
“Cominceremo la raccolta il 3 agosto, inaugurandola alla presenza del sindaco, Angelo Conti, e di altre figure istituzionali – afferma Pisa -. Il nostro prodotto è legato alla rinascita del territorio stesso e di noi giovani. Con il comune anche quest’anno partecipiamo al progetto TerrOne, nato per sostenere l’economia locale e far conoscere i prodotti tipici di qualità. Chiunque voglia potrà “adottare” delle piantine di pomodoro siccagno biologico, collegandosi al sito del comune e scoprendo come”. Lo stato delle piante, a pochi giorni dalla racconta, è buono. “Le piante sono in gran forma, il prodotto è buono perché le piogge sono state poche, e quelle recenti hanno semplicemente arricchito la pianta. Contiamo di arrivare a circa 8 mila quintali di pomodoro e di trasformarlo per un totale di circa un milione di bottiglie”. Oggi il prezzo base stabilito dalla Cooperativa è di circa 30 centesimi al chilogrammo. “Siamo soddisfatti perché il nostro prodotto piace ed è richiesto, soprattutto nel canale dell’alta ristorazione dove siamo entrati con il marchio Rosso Siculo”, dice Pisa.
Con Vincenzo parliamo del prodotto. Si chiama “Siccagno” per la particolare coltivazione all’asciutto, ovvero senza acqua. Non essendo irrigata, la pianta si presenta rustica con pochi frutti, relativamente piccoli, ma in essi gli elementi organolettici e nutritivi sono altamente concentrati (vitamine, zuccheri e antiossidanti). Queste varietà coltivate all’asciutto, secondo una tecnica oramai consolidata, propria del territorio, unitamente all’esposizione solare, restituiscono un pomodoro dal basso apporto calorico e ricco di sostanze antiossidanti, come il licopene, il beta carotene (vitamina A) e la vitamina C. Le varietà che si possono coltivare col metodo Siccagno, spiega Pisa, sono diverse: “In primo luogo coltiviamo il locale Pizzutello, ma si prestano anche il Supermatch, il Brigade, il Missouri, il Frassino, che è un datterino molto resistente all’aridocultura e alle malattie fungine”.
Oggi la Cooperativa ha un fatturato di circa 900 mila euro annui. Sul mercato viene immesso il prodotto trasformato come passata, pelati, concentrati, salse pronte e pomodoro secco. Nel 2003 la cooperativa ha costruito uno stabilimento con un impianto di trasformazione, a Sclafani Bagni. Oggi vi lavorano 20 risorse, stagionali”. Il prodotto finito e trasformato sul mercato ha un valore di 1 euro e cinquanta per la passata di pomodoro da 700 grammi e di 2 euro per la confezione di pelati da 700 grammi. Il 60 per cento della produzione arriva alle catene di distribuzione del Nord Italia, in negozi specializzati bio in Francia, Germania e Italia, mentre la restante parte viene venduta a livello regionale. Tra i canali di vendita più rappresentativi, anche Libera Terra, società consortile contro le mafie.