di Davide Visiello
Un sigaro realizzato in Nicaragua può rappresentare un’eccellenza siciliana? Assolutamente sì.
Concepito e prodotto dal palermitano Federico Marino, titolare dello storico Habanos Point del capoluogo siciliano, il “Fevirogi”, acronimo formato dalle sillabe iniziali dei nomi dei componenti della famiglia dello stesso produttore, è disponibile dallo scorso settembre a Palermo presso il punto vendita dello stesso Marino e sarà distribuito dal prossimo gennaio in tutte le tabaccherie specializzate della Penisola.
Il sigaro è il risultato del lavoro di Claudio Sgroi, anche lui di Palermo, manager di pluriennale esperienza in giro per il mondo con l’azienda Davidoff e attualmente socio, master blender e Direttore delle Operazioni della Mombacho Cigar in Nicaragua, che, seguendo le indicazioni dell’amico Marino sulla scelta delle foglie di tabacco, sul tipo di blend, sulle caratteristiche tecniche e soprattutto sul “carattere” che dovesse mostrare al momento della fumata, dopo una serie di provini, ha raggiunto l’optimum prefissato dal produttore: un “cañonazo” di 150 millimetri, da definire “speciale” per il suo cepo 54.
Non da poco tempo, il sigaro nicaraguense identifica la nuova realtà del “fumo lento” internazionale e ha superato, per giudizi qualificati, quello cubano: si pensi che nelle ultime rispettive Top10 stilate dalle riviste più autorevoli in materia, la tedesca Cigar Journal e la statunitense Cigar Aficionado (che sta al tabacco come Wine Spectator sta al vino), su venti puros totali, ben 13 contengono tabacco nicaraguense.
Contraddistinto da un’anilla recante le iniziali dorate di Federico Marino, è stato rollato interamente a mano con foglie provenienti dalle valli di Condega e Jalapa, si presenta con una fascia colorado claro con riflessi bruni, uniforme con alcune venature, liscia e piuttosto oleosa.
I profumi a crudo hanno una buona intensità e ricordano il cacao, il the nero, il miele, spezie dolci e pepe. Acceso, esibisce una combustione precisa e regolare, un tiraggio eccellente e mai faticoso e la cenere è compatta, tanto che, a metà fumata, è ancora solida e attaccata al sigaro.
L’inizio è piccante, con sensazioni di terra e cuoio, ma bastano tre “puff” per far venire fuori, la dolcezza, la sapidità, le erbe aromatiche, il legno, il miele, il pepe nero e la mandorla amara. Un sigaro mai aggressivo, alla portata di tutti che sorprende per costanza sensoriale: gli aromi che si percepiscono dopo l’accensione restano invariati fino all’ultimo quarto, più potente, terroso e pepato; un’ora e mezza di cremosa fumata di eccellente qualità e finezza, godibile, per eleganza, in qualsiasi momento della giornata, ma che può dare grande soddisfazione dopo i pasti e a mente sgombra.
Costa 5 euro ed è fuori luogo parlare in modo consolatorio del famoso rapporto qualità-prezzo: qui si tratta di un grande prodotto ad un prezzo irrisorio.
Accoppiate vincenti: amabile con un Brut Metodo Classico, territoriale con un Mojito con Flor de Caña, non scontato con un caffè shakerato (senza esagerare con lo zucchero).