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Il prodotto

Qualcuno salvi le nespole

21 Aprile 2011
nespola nespola

A Trabia, la zona più produttiva della Sicilia, la produzione p in netto calo. Tra le cause la speculazione edilizia

È il primo frutto dell’anno e rischia ormai di scomparire. A Trabia, la zona  più produttiva in Sicilia di nespole, la situazione purtroppo peggiora di anno in anno.

In queste terre dove circa 400 anni fa si produceva canna da zucchero, grazie alla presenza del “consorzio acqua dell’oro” sotto i principi Lanza, divenuta poi area di produzione per eccellenza del nespolo, oggi non restano che case e cemento. È proprio la speculazione edilizia iniziata negli anni ’60 infatti, la causa principale della costante e forse inarrestabile scomparsa di questo frutto. Coltivato principalmente nella fascia costiera, perché è una pianta di ambiente subtropicale, che predilige un clima molto mite e un terreno argilloso, è presente oggi in quantità notevolmente ridotte.
Se fino agli anni ’80 la coltivazione si aggirava a 120 ettari, nel 2003 si arriva a 55 ettari. Ciò che manca è – come dice Salvatore Sanfilippo – che possiede una piccola azienda e a cinquant’anni si sente un superstite in questa produzione, (i giovani infatti non si dedicano all’agricoltura) sia un cambio generazionale sia una adeguata politica di sostegno, laddove di contro, si punta esclusivamente a fare di questa area, una zona di villeggiatura.  La produzione, di conseguenza si è spostata a monte del territorio, ma questo comporta un ritardo nella maturazione (fine aprile –maggio).
La nespola rossa inoltre, che è la varietà più antica della zona, maturava intorno alla metà di aprile, è più piccola di dimensioni, ma più dolce rispetto ad altre varietà. Negli ultimi venti anni, la specie che si è affermata maggiormente è il nespolone gigante che viene a maturazione nella prima decade di maggio. Oltre ad essere il primo frutto della primavera, prima dell’exploit estivo, la nespola è anche un frutto biologico. Venendo alla luce dopo l’inverno infatti, non abbisogna di molti trattamenti, perché non c’è molto caldo e non servono quindi gli insetticidi. Le piante vengono trattate per evitare la “ticchiolatura”, un fungo che apporta delle macchie nere al frutto, ma i trattamenti vengono fatti durante l’inverno, perciò non risultano dannosi quando il frutto viene a maturazione.
La nespola è comunque un frutto che dura poco (la stagione è di 40 giorni circa), forse per questo – sostiene Sanfilippo – non si è creato un mercato stabile e costante. La causa è però, da ricercare anche nella mentalità dei produttori che lavorano singolarmente senza pensare che un agire comune potrebbe avere delle ripercussioni positive nel mercato. Ad aggravare la situazione c’è poi la concorrenza estera, tra la fine di aprile e i primi di maggio infatti, arrivano in Italia le nespole dalla Spagna che, in pratica scalzano il prodotto locale, presentando una qualità più omogenea di quella siciliana. Il prodotto spagnolo risulta quindi concorrenziale perché presenta una pezzatura e un prezzo omogeneo e una quantità maggiore rispetto alla nostra. Quest’anno il prezzo, che in genere si aggira intorno a 1,50/2,00 euro al chilo, potrebbe aumentare a causa della ridotta produzione.

Aurora Rainieri