Il tonno in farmacia. Tra le pasticche per la gola e i dentifrici. Sott’olio ed a filetti, conservati in barattoli di vetro. Fa bene al cuore e alla circolazione sanguigna. Non è una battuta di mezza estate. Ma la trovata commerciale di un'azienda siciliana.
Con tanto di certificazione accademica che consente a quest'azienda di far vendere il proprio tonno tra gli scaffali di una farmacia come un integratore alimentare. Attenzione però: a finire in farmacia è solo il tonno rosso o ‘pinne blu’, specie meno nota del ‘pinne gialle’, più comune e diffuso insieme al tonno ‘bianco’.
L’idea è nata un paio d’anni fa alla Nutri Mare, un’azienda di Trappeto, a circa mezz'ora da Palermo, che, insieme allo sgombro, si occupa della produzione del tonno rosso col marchio Punta del Rais – Linea salute -. Dallo stabilimento di contrada Valle Fondi, dove ‘il pinne blu’ viene lavorato con particolari procedimenti e conservato sotto vetro, arriva nelle farmacie di tutta Italia – a Palermo alcune già lo vendono – distribuito da due grosse società, la Comifar e la Guacci. Il vasetto da 200 grammi costa intorno a 15 euro.
Un valido aiuto per la salute del cuore di grandi e piccini, il tonno ‘pinne blu’ è un alimento funzionale che merita un posto di diritto tra i parafarmaci. Infatti il Thunnus Thynnus – è il nome scientifico – mangiato con regolarità e nelle dovute quantità, aiuta a ridurre in maniera significativa l’incidenza di malattie cardiovascolari, l’ictus e il diabete. Rappresenta una valida alternativa ai comuni integratori alimentari o ai farmaci a base di acidi grassi Omega-3. Lo dice uno studio durato un anno del gruppo di ricerca di Chimica degli alimenti del dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli. A loro la Nutri Mare ha affidato lo studio. Dell’équipe ha fatto parte anche il nutrizionista siciliano Giorgio Calabrese. L’Ateneo campano controlla regolarmente il tonno rosso – come si legge sull’etichetta blu cobalto – a garanzia della qualità e ne certifica i contenuti e i valori nutrizionali. Pesce ‘nobile’ conosciuto già nell’antichità classica, vive di solito nelle acque tropicali e temperate dell’Atlantico. Viene curiosamente detto tonno rosso ‘di corsa’ perché si pesca in primavera durante la migrazione verso il nostro più caldo Mar Mediterraneo. Dallo Stretto di Gibilterra arriva da noi per riprodursi e si sposta veloce – a 80 chilometri orari – lungo le coste tirrene: Spagna, Francia e sino in Sicilia. Nel tratto di mare tra Favignana e Termini Imerese. Fa ritorno nell’Oceano dopo aver deposto le uova, al termine della stagione di riproduzione.
“La specie tonno ‘pinne blu’ è interessante dal punto di vista della qualità delle carni, molto pregiate e ricche di gusto” – dice Evelina Paganessi, amministratore delegato della Nutri Mare. “La quantità dei grassi totali presenti nel Thunnus Thynnus è inferiore alle specie di pesci commerciali come le sardine e le acciughe classificate come pesci ‘grassi” – spiega il professore Ettore Novellino, direttore del dipartimento di Farmacia della Federico II –. Le linee guida internazionali per una sana e corretta alimentazione consigliano l’assunzione di quantità di Epa e Dha, due acidi grassi polinsaturi, di circa 250-500 milligrammi al giorno. Migliorano la fluidità delle membrane cellulari e prevengono le aterosclerosi e l’infarto. Inserire nella nostra dieta alimentare almeno 200 grammi di tonno rosso a settimana, consente l’assunzione di una quantità di acidi grassi Omega-3 superiore rispetto ai valori consigliati dalle linee guida”. Per migliorarne la conservazione, si pensa già di confezionare entro la fine dell’anno il tonno rosso in scatole di latta fornite dall’azienda Salerno packaging. Mentre per la cottura alla Nutri Mare hanno scelto quella in acqua e sale di Trapani per un'ora e un quarto piuttosto quella a vapore più commerciale. Un'accortezza per gourmet esigenti.
Laura Grimaldi