(Domenico Di Stefano, Carmelo Salamone e Ludovico Salamone)
di Fabiola Pulieri, Roma
Un'eccellenza nella tutela della biodiversità e dell'identità territoriale, ma anche della sostenibilità ambientale: tre elementi che rendono la Pesca di Leonforte Igp un prodotto unico, il risultato di una sperimentazione iniziata con l'intento di proteggere i frutti da insetti e agenti atmosferici e trasformatasi in una soluzione ottimale ed ecosostenibile.
“Il sacchetto rappresenta per la pesca di Leonforte un tratto distintivo di qualità, bontà, genuinità e dolcezza. Il fatto che sia una pratica particolarmente onerosa non rappresenta un deterrente, anzi, conferisce al frutto un sapore ed un profumo difficilmente riscontrabili in altri prodotti”. Con queste parole il Presidente del Consorzio della Pesca di Leonforte, Carmelo Salamone, a Roma in occasione della ripresa dei lavori dell'Aicig, nella sede di via XX Settembre a Roma, nei giorni scorsi ha presentato il prodotto Igp agli inizi della stagione di raccolta.
La particolarità di questi frutti infatti è che ancora piccoli e verdi vengono avvolti in un sacchetto di carta pergamena uno ad uno, a mano, e chiusi con un sottilissimo fil di ferro. Questo lavoro, che preserva le pesche da insetti, mosche, grandine e vento, viene fatto da persone del luogo, tra cui studenti e ragazzi durante la pausa scolastica estiva, ed è un modo per socializzare e fraternizzare ma soprattutto per tramandare di generazione in generazione la tecnica dell'insacchettamento nata negli anni '70 dalla geniale intuizione di un imprenditore agricolo di zona. Agli inizi di settembre i sacchetti vengono staccati dall'albero, si estraggono le pesche e si selezionano le migliori per colore e per calibro. Si scartano quelle con qualche difetto e quelle perfette invece vengono destinate alla distribuzione al dettaglio tramite le Gdo che avviene per il 90 % in Italia.
Una parte dei frutti è destinata a diventare marmellata e un'altra parte viene commercializzata in altro modo, per esempio come frutta sciroppata. La pratica dell’insacchettamento è particolarmente onerosa, ma il risultato conferisce al frutto un sapore ed un profumo difficilmente riscontrabili in altri prodotti. La Pesca di Leonforte ha aumentato negli anni la sua produzione e ha raggiunto oggi le 800 tonnellate. Di queste, circa la metà è destinata a diventare Igp, una produzione di nicchia sempre più ricercata e apprezzata non solo in Italia ma anche all'estero. E' un tipo di pesca a polpa gialla, croccante e dolce, che è coltivata su aree pianeggianti e colline della Sicilia Centrale, tra i 200 e i 1.000 metri sul livello del mare ed ha aumentato notevolmente negli ultimi anni gli ettari coltivati comprendendo oltre Leonforte, anche i comuni di Assoro, Agira, Enna e Calascibetta. La Pesca di Leonforte non è una, ma tante vecchie varietà locali che maturano a settembre, ottobre e fino ai primi di novembre. Seguendo il pensiero dell'agronomo Ludovico Salamone: “la Pesca di Leonforte rappresenta il perfetto binomio tra genotipo ed ambiente e consente oggi di praticare una agricoltura sana dove al primo posto ci sono l'ambiente e il consumatore”.