(Luigi Dattilo, Angelo Dattilo e Roberto Fattore)
di Michele Pizzillo, Milano
Dici tartufo e l’interlocutore ti risponde Alba. Qualcuno più documentato cita Acqualagna oppure rammenta alcune località dove si trova dell’ottimo tartufo nero.
Per arrivare all’Appennino bolognese e, quindi, ad un centro che si chiama Savigno oppure Valsamoggia – comune creato solo cinque anni fa -, beh, o hai di fronte un super informato o qualcuno che si ricorda di un tartufo record, di 1,483 chili trovato proprio a Savigno nel 2014. A questo punto entra in ballo un’azienda che si chiama Appennino Food Group, che da laboratorio artigianale è diventata la terza impresa italiana nel settore tartufo, oltre che unica società per azioni del comparto. Ma, controllata da due fratelli, Luigi e Angelo Dattilo che hanno coinvolto uno dei massimi cercatori di tartufo, Roberto Fattore.
I Dattilo, questo risultato lo hanno raggiunto intanto per la loro collocazione, nei boschi dell’Appennino bolognese, habitat ideale di questo capriccio della natura, così definisce il tartufo Luigi. Poi, per un intenso lavoro di studio e di ricerca unito a innovazione e tradizione. Tant’è che Luigi, fondatore di Appennino, sottolinea che “la filosofia aziendale è basata semplicemente sul rispetto delle materie prime, oltre ad investire nella più avanzata tecnologia. Abbiamo iniziato con il tartufo, per sviluppare poi altri prodotti come condimenti per la pasta, con l’obiettivo di conquistare i migliori ristoranti al mondo. Una squadra in gran parte di giovani del territorio, ma anche collaboratori che lavorano con i fondatori da 15 o addirittura 20 anni. Ormai possiamo affermare di aver creato un’azienda con responsabili di produzione, di qualità, di finanza, di marketing. Siamo in tre nel consiglio d’amministrazione: io, mio fratello Angelo e da tre anni il massimo esperto in tartufi del nostro territorio Roberto Fattore”.
(Il cane lagotto)
Tutto inizia trentadue anni fa, con la decisione di Luigi di rinunciare ad una Golf Gtd, top dell’epoca, del valore di 9,5 milioni delle vecchie lire, per comprare un pointer, che chiamerà Geo. “Divento tartufaio. Imparo a trovare i tartufi grazie al fiuto di Geo. Busso per trattorie e ristoranti offrendo il frutto del mio sforzo nei boschi”, rammenta oggi Dattilo. Poi arriva il fratello cadetto, Angelo, che subito si dedica alla gestione della dell’Appennino Food Group con rigore svizzero. Che al tartufo bianco affianca quello nero, nonché funghi porcini surgelati, salse tartufate, tartufo (a fette in olio, con tartufo, creme di formaggio, creme di verdure, salsa di tartufo bianco). Nasce, anche, la “Dispensa di Amerigo”, brand che propone condimenti per pasta: ragù tradizionale bolognese, ragù di carni pregiate, cinghiale, capriolo e cervo. Le ricette più tradizionali: dal cacio e pepe all’amatriciana, dalla carbonara alla puttanesca. E, infine, nei lunghi corridoi della “fabbrica” di Savigno, appare un inaspettato angolo dedicato ai liquori, naturali, frutto al cento per cento di spirits italiani: “Non sono capricci, ma esigenze espresse dal target a cui ci rivolgiamo: dai ristoratori ai commercianti specializzati”, è sempre Luigi che parla. E, presenta il terzo socio della sua avventura, Roberto Fattore, che lavora con lui praticamente dall’inizio e solo tre anni fa decide di diventare anche socio, con l’obiettivo di vendere tartufi 12 mesi l’anno.
I numeri danno ragione ai tre tartufai di Appennino che hanno fatto scoprire un nuovo habitat ideale per i tartufi di qualità, l’Appennino bolognese. I numeri sono dalla loro parte: nel 2017 il fatturato ha toccato 9,5 milioni; 10,4 milioni l’anno successivo, che diventeranno 15,3 milioni entro il 2021 e puntare subito a superare i 20 milioni di euro. Per raggiungere questo traguardo, i Dattilo e Fattori hanno predisposto un piano di sviluppo che parte dall’implementazione dei comparti produttivi e arriva al rafforzamento della presenza sui mercati internazionali; dalla presenza nelle fiere internazionali ai contratti con le più grandi catene alberghiere. Insomma: crescere e diventare leader tra le imprese che propongono al mondo il tartufo.
In tutto questo impegno, c’è anche una particolare attenzione per il lagotto, il cane più adatto per la ricerca del tartufo bianco. Un cane italiano diventato famoso quando è stato scelto da Barack Obama come cane di compagnia per le sue figlie perché il suo pelo non provoca problemi a chi soffre di allergie. Sull’Appennino è imbattibile, dotato di olfatto eccezionale, è la razza più idonea nella ricerca del tartufo. Per consentire a chiunque di vivere l’esperienza esclusiva della caccia al tartufo con il lagotto, Appennino Food Group mette a disposizione la box experience per provare in prima persona l’emozione di cercare questo tesoro della natura.