Nadia Zenato
Ne usciranno 10mila bottiglie.
Un blend di Merlot (in maggiore percentuale) e Cabernet Sauvignon. Ancora sul nome qualche indecisione. Ma sarà un vino tutto al femminile, perché fatto da donne, e probabilmente avrà il nome di Nadìa. A firmarlo una rappresentante della news generation di una dell più importanti famiglie del vino venete. E' il sogno di Nadia Zenato e lo produrrà nella cantina di Sansonina che gestisce insieme alla madre Carla Prospero, piccolo satellite della storica Zenato della Valpolicella. Uscirà nel mercato l'annata 2012. Per Nadia, tra le più fervide sostenitrici del suo territorio e del suo patrimonio viticolo, questo vino rappresenta una piccola eccezione, il vino sempre desiderato e sognato che adesso Nadia potrà mettere in bottiglia. Ce ne parla al Vinitaly.
“Amo il Merlot, è uno dei vitigni del cuore – ci spiega la produttrice manager incontrata in occasine della degustazione che celebra i 25 anni dell'Associazione Donne del Vino di cui fa parte -. Mi è sempre piaciuto, lo adoro, e quindi ho voluto assecondare questa mia passione”, lo dichiara appunto il naming. Proprio il Merlot è il vitigno di rappresentanza della piccola cantina che si trova vicino il Lago di Garda e che ricade nella Doc Lugana. In questo areale, il fondo di un lago formatosi nel periodo del ritiro dei ghiacci dopo la glaciazione, dove ha sempre dominato il Trebbiano di Lugana, il vitigno ha trovato le condizioni dove potersi esprimere meglio.
Non si sa ancora la data di uscita sul mercato. Ma si tratta di un vino fresco, profumato, che affascina, beverino e sarò distribuito, come ci anticipa la produttrice, nel canale Horeca. Questo è solo uno dei tanti progetti che porta avanti Nadia Zenato, infaticabile globe trotter. Porta il brand Zenato in tutto il mondo e proprio a lei, che si occupa del commerciale per l'azienda di famiglia, chiediamo un pronostico sull'export del prossimo futuro. Conferma, come hanno rilevato le ultime ricerche condotte da Mediobanca e dagli altri istittui di ricerca,, il problema dei dazi che rende problematica la penetrazione nei mercati emergenti. Non certo facile è la situazione in Brasile soprattutto, ma anche in India. La Cina e anche Corea e Thailandia, invece, fanno ben sperare, ma non tanto per i potenziali volumi, ma per la preparazione dei nuovi consumatori. “Sono tutti giovani, curiosi, pronti a conoscere nuovi territori e vini”. Poi gli Usa, che si conmfermano per l'azienda, così per la maggior parte delle cantine italiane, uno dei principali mercati di riferimento, starebbero dimostrando una nuova vivacità. “Lì è riesploso il mercato – riferisce – c'è un nuovo fermento, e penso che i vini italiani avranno sempre più spazio. Poi per ora gli Usa sono sotto fenomeno Pinot Grigio, attualmente è il fashion wine”.
Zenato esporta in 65 Paesi. E l'estero assorbe il 70% della produzione. “Prevedo che la vendita dei vini si concentrerà sempre di più sulla fascia media di prezzo – conclude la Zenato -. A soffrire, e forse sofriranno ancora, sono i vini di primo prezzo. Mentre non conosceranno crisi quelli di fascia più alta”.