di Manuela Zanni
Il Comune di Castrofilippo, in provincia di Agrigento, è noto per la produzione di una particolare varietà di cipolla, detta paglina, al punto che i suoi abitanti sono detti “cipuddari” che in dialetto significa coltivatori di cipolle.
Si tratta di una varietà di cipolla dolce caratterizzata dalle dimensioni notevoli che variano da un minimo di 500 grammi fino a raggiungere oltre 2 chili, con bulbi dalla forma arrotondata di colore che va dal bianco al giallo paglia da cui prende il nome. Questo tipo di coltivazione sembra risalire al periodo borbonico nel 1844. Nonostante il tempo trascorso, tuttavia, i criteri di coltivazione sono rimasti pressocchè identici: si semina a settembre in semenzaio per trapiantare a mano le piantine ottenute già dal mese di novembre con una densità di circa 20 bulbi per metro quadrato. La coltivazione è effettuata nel pieno rispetto della tradizione con l'eliminazione manuale dellle erbe infestanti con la zappatura e, all’occorrenza, si effettuano delle irrigazioni di soccorso. Tutto il resto è affidato alla natura e alla qualità dei terreni.
Nella cucina locale la cipolla paglina di Castrofilippo rappresenta l' ingrediente base per di alcune prelibatezze locali come: la “Cipuddrata”, la “Mpanata di Cipuddra”, la “Cipuddra a furnu”. Grazie alla sensibilizzazione e promozione del prodotto da parte dell' Amministrazione comunale, dal 15 dicembre 2015 la cipolla paglina è divenuta presidio Slow Food. Oggi la sua coltivazione è affidata all’Associazione dei Produttori Cipolla Paglina – Castrofilippo, che promuove, valorizza e commercializza non solo il prodotto fresco ma anche i trasformati. “Obiettivo dell'associazione – spiega Andrea Inzalaco, uno dei produttori associati – è conferire il giusto riconoscimento ad un ortaggio che da anni viene apprezzato come prodotto fresco ma che spesso è stato messo da parte per altre varietà che presentano una maggiore conservazione portando i produttori quasi ad abbandonare la sua coltivazione. Con i nostri prodotti lavorati come confetture, salse e patè vogliamo dimostrare che questo ortaggio ha una elevato impiego e anche un'alta consevabilità”. Dall'impegno profuso dagli associati deriva un prodotto il cui gusto, freschezza e impiego ripaga degli sforzi necessari per coltivarlo in una filosofia di pieno rispetto della biodiversità.