Intervista con il presidente del consorzio Vito Pace: “Obiettivo è raddoppiare la produzione e migliorare le esportazioni”
C’è un sogno da realizzare, ma anche un progetto concreto. Per il consorzio del caciocavallo silano Dop è tempo di “sbracciarsi” e continuare sulla strada intrapresa in questi due anni.
Perché la produzione continua ad aumentare (nel 2015 sono state prodotte 800 mila chili di forme di formaggio, + 20 per cento rispetto al 2014), ed anche questi primi sei mesi del 2016 fanno segnare numeri da record, con la produzione che ha già stracciato i precedenti record. Ma restano i problemi, legati soprattutto all’export. Perché della quantità di formaggi prodotti, solo il 2, massimo 3 per cento, parte per mete estere (Germania, Svizzera, Francia, Stati Uniti e Canada), il resto rimane nei confini nazionali.
“Questo perché – spiega Vito Pace, presidente del consorzio – alcuni produttori non sono strutturati adeguatamente per pensare all’esportazione all’estero”. Ma non solo. Perché se sul marchio il consorzio è riuscito a creare un'uniformità necessaria, lo stesso non si può dire per le forme del caciocavallo stesso. E così i produttori che si trovano nelle regioni che fanno parte del consorzio (Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Molise), utilizzano diverse forme. “Mi sto battendo su questo fronte – dice Pace – Cercheremo di dare un impatto visivo uniforme al al nostro formaggio”. Già, perché Pace ha intuito da tempo le potenzialità di questo prodotto, forse il formaggio più antico del Sud Italia. “Conserviamo gelosamente una lettera di ringraziamento di Giuseppe Garibaldi che assaggiò il formaggio passando da queste zone durante la spedizione dei Mille”.
Il consorzio è nato nel 1993. Nel 1996 arrivò il riconoscimento Dop. Oggi conta 25 soci divisi tra le cinque regioni dove è permesso produrre con 390 allevatori che conferiscono il latte. “Certo non possiamo certo paragonarci a colossi come Grana Padano o Parmigiano Reggiano – dice il presidente – ma facciamo la nostra figura”. Il consorzio fa parte di Aicig e del consorzio del consorzi dei formaggi, Afidop. Ora l'obiettivo è quello di raddoppiare la produzione nel giro di pochi anni.
“Siamo in una fase di crescita – spiega Pace – Stiamo facendo molta tutela del nome e del prodotto, con dei controllori inviati in giro per l’Italia e cerchiamo di spiegare le differenze con altri prodotti similari che si trovano in vendita”. Obiettivo dunque la conoscenza del caciocavallo silano Dop all’estero: “Non solo per presentare il nostro formaggio, ma per portare in giro questi territori stupendi che meritano di essere conosciuti ed apprezzati – dice Pace -. Non è facile, perché non navighiamo nell’oro, ma stiamo cercando di darci da fare”.
Giorgio Vaiana