Tiziana Mori, pr di Gruppo italiano vini, premiata da Civiltà del bere racconta il suo lavoro tra cantine e giornalisti, stategie e cambiamenti imposti dal web
“Nel mondo del vino funziona più twitter che facebook”. Parola di Tiziana Mori, che qualche ora fa ha vinto il premio come “Miglior comunicatore d’azienda”. Ovviamente di vini.
La rintracciamo al telefono. Si trova a Cortina, ospite della manifestazione “Vino vip 2013”. L’occasione per scambiare con lei qualche parola.
Qual è, oggi, il segreto per far conoscere il mondo del vino alla stampa e, indirettamente, ai consumatori?
“Beh – ci dice – forse il vero e unico segreto è l’amore per il mondo del vino. Per questo lavoro che non cambierei per nessuna ragione al mondo. Le vigne, le uve, il mosto, le botti. E poi la gente del vino. Unica. Vera”.
E oltre l’amore? azzardiamo?
“Oltre l’amore – replica Tiziana Mori – ci sono i rapporti umani e professionali costruiti negli anni. Il network di persone che ho conosciuto”.
E che magari saranno cambiate, negli anni?
“Sì e no. Forse il mondo del vino ha cambiato me. Ho cominciato con la Benetton. Dove ho lavorato quattro o cinque anni. Poi sono passata in questo settore. All’inizio ho un po’ stentato. Normale. Poi, però, è stata una continua scoperta. Un amore crescente. Sempre posti bellissimi. Tradizione e novità”.
ll web ha cambiato il mondo della comunicazione?
“Un po’ sì. Anche se in questo lavoro la comunicazione classica conta ancora tantissimo. Però, ovviamente, il web non può essere ignorato. L’input 2 punto zero che ti consente di raggiungere un target diverso. Se proprio lo debbo dire, in certe forme di comunicazione – questa, almeno, è la mia esperienza personale – twitter funziona più di facebook”.
Con i giornali è cambiato qualcosa, anche alla luce della crisi attuale?
“Sì, qualcosa è cambiata. Prima, specie nelle grandi concentrazioni editoriali, c’erano i coordinatori che fungevano da tramite con tutte le testate del gruppo. Oggi non ci sono più. Così dobbiamo contattare i giornalisti uno per uno”.
Ci sono prodotti che riesce a comunicare meglio?
“Forse quelli che mi piacciono di più. Per ora, ad esempio, sto lavorando a un Chianti rigovernato. Si tratta di una tecnica di vinificazione già in auge nel ‘700. Una sorta di rifermentazione. Da qui il termine di rigoverno del vino. Ecco il fascino del mio lavoro: comunicare un vino dove l’innovazione ‘viaggia’ nel solco della tradizione. Come non innamorarsi di questo lavoro?”.
Giulio Ambrosetti