Premiazione il 5 luglio. Ecco chi sono i concorrenti in gara
(Gianluca Di Giorgio del Bocum Mixology di Palermo)
di Costanza Gravina
Manca davvero poco all’incoronazione del cocktail che con un'inedita ed originale ricetta saprà interpretare al meglio il Liquore Strega conquistando così la quarta edizione del Premio Strega Mixology.
Il 5 luglio durante la 72esima edizione del Premio Strega, uno degli appuntamenti più importanti del panorama letterario italiano, che si terrà a Roma presso il Ninfeo del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, ci sarà un doppio premio che unisce il mondo della letteratura e quello della miscelazione. La novità di quest’anno è che i finalisti del contest potranno presentare le loro creazioni durante l’evento e saranno giudicati contestualmente alla premiazione della competizione letteraria. La storica azienda Strega Alberti Benevento richiedeva nel bando ricette originali, a tecnica libera contenenti almeno 3 centilitri di Liquore Strega ed ispirate a uno dei 71 libri vincitori delle passate edizioni. Duecento ricette da tutta Italia, solo cinque finalisti tra cui un palermitano.
Ecco chi sono i cinque finalisti:
- “Testa Dura” di Ugo Acampora del Twins, cocktail, wine coffee di Napoli composto da 4,5 centilitri di Strega, 1,5 centilitri di amaro Braulino, 1,5 centilitri di sherbet limoni e camomilla home made, 1,5 centilitri di succo di limone e 3 centilitri ginger beer, ispirato al libro vincitore del premio strega 2014 “Il desiderio di essere come tutti” di Francesco Piccolo;
- “Ancora una volta” di Jonathan Bergamasco del Caffè Imperiale di Vercelli, composto da 4 centilitri Liquore Strega, 2 centilitri di gin Tanqueray ten, 1,5 centilitri di succo di limone, 1,5 centilitri di miele di ginepro Honey Mix Dzenevrà e tre foglie di menta, il cocktail è ispirato al libro vincitore del Premio Strega nel 1991, “La strada per Roma” di Paolo Volponi;
- “Cosmo Stregato” della barlady Solomiya Grytsyshyn del Chorus Cafè di Roma composto da 4 centilitri di Strega, 3 centilitri di Imperial Gold Vodka, 2 centilitri di Torrone Mix con miele e acqua ai fiori d’arancio, 3 centilitri succo limone e una spuma di bacche e fiori di sambuco e yuzu, ispirato al libro vincitore nel 1997 “Microcosmi” di Claudio Magris;
- “Il compositore stregato” di Edoardo Nervo del Les Rouges, cucina&cocktails di Genova composto da 4,5 centilitri di Strega , 1,5 centilitri di whisky torbato, 2,5 centilitri succo limone, 2,5 centilitri di uovo bianco e rosso aromatizzato, 2,5 centilitri di acqua sciroppata alla camomilla e menta, ispirato al libro vincitore nel 1998 “I bei momenti” di Enzo Siciliano;
- “Ottovolante” Gianluca Di Giorgio, unico siciliano in gara, del Bocum Mixoloy di Palermo composto da 3 centilitri Strega, 5 centilitri di Vermouth al Pop Corn home made, 2 barspoon di Fernet, Top Ginger Ale, twist di arancia e chips al cannolo, ispirato al libro vincitore del premio strega nel 2003 “Vita” di Melania G. Mazzucco.
Ed è proprio con Gianluca che scambiamo due chiacchiere
In che modo Vita l'ha ispirato nella creazione del cocktail?
“Questo libro mi fu regalato da un’amica in tempi non sospetti quando volevo andar via da Palermo per cercare “la mia America”. Il libro tratta di una tematica molto attuale, quella dell’immigrazione e lo fa raccontando in modo sarcastico una realtà cruda. In particolare la parte del libro che mi è servita da ispirazione è quando i protagonisti decidono di concedersi il “lusso” di un momento di svago trascorrendo una giornata al luna park di Coney Island, una piccola parentesi di felicità senza pensare al domani. Vivono il momento che è un po' quello che succede al bar, un’allegoria bar-luna park. Ho voluto richiamare la festa all’italiana con tutti gli elementi che la caratterizzano, il Liquore Strega, liquore artigianale italiano dall’inconfondibile sapore e molto utilizzato in pasticceria, il vino con il vermouth e l’amaro col Fernet, ma con un richiamo americano dato dal pop corn e dalle sode dolci di origine americana, come la Ginger Ale. Come garnish ho usato una cialda di cannolo, un legame con Palermo”.
(L'Ottovolante di Gianluca Di Giorgio)
Uno scrittore si racconta attraverso i libri un barman attraverso i cocktail, cosa vuol raccontare Gianluca attraverso l’Ottovolante?
“Ottovolante è un viaggio a ritroso, riscoprirsi bambini, riuscire a meravigliarsi e a gioire delle cose semplici, cogliere la bellezza del momento lasciando fuori il resto. Un po' quello che succede al bar, una valvola di sfogo, un momento di relax dopo una giornata di lavoro ad esempio”.
Che ruolo ha il liquore strega nel suo drink?
“Non ho voluto fare un drink dove lo Strega ci poteva stare, ho voluto creare un drink dove lo Strega ne è protagonista assoluto. Un liquore complesso, prestante al massimo ma che bisogna saper usare. Dal punto di vista concettuale ha un ruolo importante, seguendo l’allegoria del luna park cui infonde la magia, dal punto di vista tecnico e di abbinamento rappresenta il perno attraverso cui ruotano tutti gli altri ingredienti dando un senso al cocktail. Con le sue note dolci il Liquore Strega aiuta il drink a mantenere una certa freschezza”.
Il 5 luglio è alle porte, aspettative, speranze timori, cosa si porta dietro da questa esperienza?
“Più che timore emozione, emozione di essere parte di un evento molto importante. E soprattutto l’emozione di presentare il mio cocktail ai numerosi e prestigiosi ospiti del premio letterario, che va a prescindere dalla gara in se. E poi c’è comunque l’emozione di una finale dove tutto può succedere. E stata un’esperienza di formazione molto interessante, l’azienda ci ha supportato parecchio ed e stata un occasione di crescita professionale sotto molti punti di vista”.
L’ottovolante rappresenta la fine di un capitolo o l’inizio di qualcos’altro?
“In realtà il processo creativo del drink fa parte di un progetto ben più ampio che ho da tempo iniziato. Si tratta di usare nella miscelazione vini e liquori italiani, che è un po' il trend del momento, perché sono dei prodotti a basso contenuto alcolico, abbastanza “ruffiani” con una parte speziata e zuccherata accentuata per cui risultano facili da bere. Quindi il mio processo creativo personale, il libro e la competizione, per una serie di strane coincidenze, si sono incrociati così per caso. Mi è venuto abbastanza naturale adattare la ricetta del cocktail sulla base dei criteri di gara e il drink era fatto”.