(La consegna del premio Nonino a Simonit&Sirch)
di Michele Pizzillo
C’è la famiglia Nonino, con l’esuberante Gianola, le figlie Antonella, Elisabetta e Cristina che abbracciano e baciano tutti perché conoscono tutti effettivamente, mentre il gran distillatore Benito è sempre defilato tranne i pochi minuti da protagonista quando “aggredisce” un enorme pezzo di torrone con l’accetta per romperlo, la terza generazione tutta femminile a completare il bel quadretto familiare.
E, poi, il premio, un grande premio arrivato alla 41^ edizione, nato per salvare vitigni storici friulani come Schioppettino, Pignolo, Tazzelenghe e Ribolla gialle destinate all’estinzione essendone vietata la coltivazione. Tant’è che il 29 novembre del 1975, Gianola e Benito Nonino, con lo scopo di stimolare, premiare e far ufficialmente riconoscere gli antichi vitigni autoctoni friulani e preservare così la biodiversità del territorio, istituisco il Premio Nonino Risit d’Aur-Barbatella d’oro. Poi aggiungono il Premio Nonino di Letteratura e proseguendo, aggiungono altre sezioni per trasformarlo in un premio di richiamo internazionale.
Missione compiuta per i vitigni, oggi predominanti in una terra unica al mondo per la produzione di vini bianchi che sono vanto dell’enologia italiana.
(Benito Nonino)
Missione compiuta anche per un premio che in quattro decenni spesso ha anticipato gli accademici svedesi che decidono a quale scrittore assegnare il Nobel per la letteratura. Ma, anche, per il riconoscimento a quei “cervelloni”, italiani e stranieri, che hanno messo a disposizione dell’umanità la loro intelligenza.
Missione compiuta anche per il mondo agricolo, in questo caso con un occhio particolare al territorio attorno alla distilleria Nonino, per far emergere l’intelligenza, la manualità, la caparbietà e l’inventiva di cui è capace chi coltiva la terra.
(Gianola Nonino)
E, quindi, cominciamo con la cronaca della grande festa per l’assegnazione del Premio Nonino 2016, 41^ edizione. Che ha preso l’avvio con l’omaggio agli ospiti di Nonino, che in più di 600 hanno invaso i locali della distilleria di Ronchi di Percoto, da parte di Ermanno Olmi con la proiezione della sua opera presentata a Expo, “Il pianeta che abitiamo”. Una proiezione che ha mandato in delirio prima di tutto Gianola, tanto da urlare “il pianeta lo salviamo noi. Non mi fido di quelli che si sono incontrati a Parigi, dei trattati internazionali”.
È il momento della novità. Quest’anno, dice Gianola, si brinda con il nostro ultimo prodotto: “Grappa Nonino riserva vecchia cuvée invecchiata in barrique per 5 anni”. E, via all’apertura degli alambicchi dove la famiglia Nonino ha fatto distillare una piccola riserva di Monovitigni del Friuli, vendemmia 2015. E, poi, con una cerimonia che si svolge in una distilleria che ti puoi aspettare come corollario musicale? Ma il celeberrimo brindisi della Traviata di Giuseppe Verdi eseguita da Stelma Pasternak e Badì Scarpa accompagnati dal coro “Manos Blancas del Friuli” diretto da Paola Garofalo che poi è il primo coro italiano delle “Mani Bianche” fondato e sostenuto dalla famiglia Nonino per desiderio di Claudio Abbado e che fa parte del “Sistema Orchestre e Cori Giovanili e Infantili” di Federculture. A completare il momento musicale anche il coro “Artemia” di Torviscosa diretto da Denis Monte, il Coro del Friuli Venezia Giulia diretto da Cristiano dell’Oste, le musiche di Valter Sivilotti e il gruppo folkloristico “Chino Ermacora” di Tarcento diretto da Massimo Boldi.
(Lars Gustafsson)
Ed ha inizio la parte ufficiale della consegna dei premi scelti da una giuria presieduta dal premio Nobel per la letteratura Vidiadhar Surajprasad Naipaul che, sempre, in tema di vigne e territorio, inizia con quello destinato a Simonit&Sirch preparatori d’uva, cioè Marco Simonit e Pierpaolo Sirch che hanno fatto riscoprire l’antica tradizione della potatura manuale della vite. Per il premio internazionale è stato scelto lo scrittore e accademico svedese Lars Gustafsson che, fra l’altro, ha scritto il romanzo “Morte di un apicoltore”, perché il suo narrare è unico, sempre ironico con se stesso, immenso fra la fantasia e l’erudizione che diventano un gioco profondo nel tempo che scandisce il nostro trascorrere. Il Premio Nonino è andato a “Nati per leggere” che è un programma di promozione della lettura in età precoce che si basa sull’alleanza tra l’Associazione culturale pediatri e l’Associazione italiana biblioteche, per arricchire la mente di un bambino raccontando storie. Mentre come “Maestro del nostro tempo” è stato premiato Alain Touraine, il lucido sociologo francese che ha appena compiuto 91 anni, coniatore di uno dei termini più usati e abusato dei nostri tempi: “società post-industriale”. A consegnargli il premio, un altro “giovane” ultranovantenne francese, il sociologo Edgar Morin.
Mentre a preparare il pranzo ufficiale della cerimonia di consegna del Premio Nonino 2016 ci hanno pensato il ristorante “Da Toni” di Gradiscutta e Romeo Sturma del catering “Viroca” che ai piatti tipici friulano hanno abbinato Ribolla gialla spumante 2011 e Broy bianco Collio 2013 di Collavini, spumante metodo classico brut cuvée Dorigo e Merlot Ravòst riserva 2013 di Angoris.