I giornalisti stranieri che dall’Italia informano i loro connazionali li immaginiamo impegnati a raccontare solo i fatti della vita sociale, economica e politica del nostro Paese.
Invece, all’interno dell’Associazione della Stampa Estera in Italia c’è addirittura il “Gruppo del gusto”, formato da 115 giornalisti di diversa nazionalità che aggiornano lettori ed ascoltatori dei loro Paesi sull’evoluzione della tradizione enogastronomica italiana. E, da 18 anni, assegnano anche il “Premio Gruppo del gusto” dell’Associazione della Stampa Estera in Italia. Un premio senz’altro prestigioso che il gruppo di giornalisti specializzati ha istituito con lo scopo di rendere più organica la copertura informativa del settore agroalimentare attraverso uno scambio di esperienze tra i giornalisti e favorire maggiori e migliori contatti con gli operatori italiani. E’ un premio itinerante per permette ai giornalisti di entrare in contatto con le eccellenze enogastronomiche italiane possibilmente nei territori in cui sono nate e si sono radicate. Così il Premio 2022 approda all’Isola d’Elba, dove si daranno appuntamento oltre un centinaio di giornalisti stranieri che l’1 e il 2 ottobre parteciperanno alla cerimonia di premiazione dei quattro vincitori selezionati dai giornalisti stessi che, però, non conoscono il nome dei premiati perché saranno svelati in occasione della cerimonia di premiazione. Nel frattempo sono stati resi noti i nomi dei finalisti delle quattro categorie da premiare e, cioè, la produzione del rispetto di tradizione e autenticità italiana; il ristorante o azienda alimentare con 100 anni di vita e gestione della stessa dinastia; il divulgatore che meglio esprime il valore culturale dell’agroalimentare italiano; il consorzio o l’istituzione a tutela dei valori del territorio. Che sono:
Categoria miglior produttore nel rispetto della tradizione dell’autenticità italiana:
- Api in Campo, di Marsciano (Pg), con le api come simbolo della trasformazione in agricoltura ecologica e sostenibile.
- Gli Aromi di Scicli (Rg), nata venti anni fa dall’amore per la terra iblea e dalla passione per le erbe officinali e aromatiche.
- Cantine Marilena Barbera, di Menfi (Ag), perché anche il vino espressione dell’agricoltura fatta a ritmo della natura, può salvare il pianeta.
- Sarandrea Liquoreria ed Erborsteria, di Colleparo (Fr), dal 918, nata come “antica liquoreria” mantiene la sua caratteristica di azienda di cultura e passione per le potenzialità del proprio territorio.
- La Piantata, di Arlena di Castro (Vt), in questo caso candidato non è solo il miele biologico di lavanda ma tutta la lavanda di Tuscania con il lavoro dei suoi produttori.
Categoria miglior divulgatore:
- Alessandro Scorsone. Sommelier di professione e maestro cerimoniere di Palazzo Chigi, Scorsone è soprattutto un italiano con il profondo amore per la sua terra e per uno dei suoi prodotti più belli e importanti: il vino.
- Carlo Ottaviano. Editorialista del Messaggero e della Cucina italiana, attento analista della situazione enogastronomica in Italia con una particolare attenzione ai risvolti economici.
- Manuela Soressi. Giornalista specializzata nel cibo e nell’agroalimentare e autrice del bel libro “Il paese dei limoni, storie, profumi e sapori del re degli agrumi italiani”.
Categoria realtà in gestione famigliare da 100 anni
- Azienda Montefabbrello della Famiglia Galletti, di Elba. Tutto ha inizio nel 1906, quando il capostipite Vincenzo Galletti acquista un terreno nei pressi di Porto Azzurro costruendo la sua casa e coltivando e producendo Ansonica, Procanico e Aleatico di altissima qualità. Oggi a fianco del vino l’Azienda produce anche grano antico, con cui realizza la Pasta di Montefabbrello.
- Forno Ceralli, di Frascati (Roma). È l’unico forno tradizionale che sforna pane e biscotti con lo stesso identico forno a legna del 1920. Ed è sempre in mano alla stessa famiglia e sotto l’attiva direzione di nonna Rosanna, una vispa signora di 96 anni, nata quando i suoi genitori avevano costruito il forno.
- Ristorante Il Turcotto, di Anzio (Roma). Il racconto del mare e la sua immensa ricchezza, il ricordo delle ricette di un tempo e i profumi che riconducono all’infanzia si mescolano nei piatti del Turcotto e danno vita a spettacolari crudi con ricette tramandate dalla famiglia Garzia dal 1816. Il tutto davanti al mare con un panorama spettacolare.
- O’parrucchiano – La Favorita, di Sorrento (Na). La famiglia Manniello è ormai un’istituzione. Rappresenta la gastronomia e la storia della città conducendo l’attività in un contesto tipico sorrentino. Membro dell’Associazione dei locali storici d’Italia, è il locale in cui oltre un secolo fa furono inventati i cannelloni, con il nome originale di strascinati.
- Ristorante Antica Pesa, di Roma. La Famiglia Panella gestisce questo locale di Trastevere da oltre 100 anni celebrando la tradizione culinaria romana. L’Antica Pesa è il ristorante romano per eccellenza, frequentato dalla “Roma bene”, dai personaggi della Dolce vita inseguiti dai paparazzi, e dalle star del cinema che ancora oggi non mancano di visitare il locale.
- Distillerie Grappa Poli, di Schiavon (Vi). Dal 1400 i Poli sono stati pastori, cappellai, osti e, infine, distillatori, cambiando di volta in volta le merci che venivano prodotte e commercializzate. Nel 1898 Giobatta Poli cominciò a produrre la grappa. “Ci vogliono 100 anni di esperienza per produrre una grappa di altissimo livello”, spiega Jacopo Poli, oggi titolare, che esporta in tutto il mondo.
Categoria miglior consorzio:
- Consorzio tutela arancia del Gargano igp e limone del Gargano igp. Protette da lecci e da allori, queste piante secolari “Cò fiori eterni il frutto dura e mentre spunta l’un, l’altro matura” – come dice un vecchio adagio della zona -, ancora oggi rappresentano un paesaggio storico unico permeato di profumi e genuinità. Grazie alla tenacia dei “giardinieri”, come chiamano nel Gargano i coltivatori, veri e propri architetti della natura.
- Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. È l’associazione dei piccoli produttori del vino italiano, che spesso lavorano in territori di difficile coltivazione e marginali come la montagna o le piccole isole. Sono per lo più aziende familiari con pochi dipendenti o anche giovanissimi che scelgono questo lavoro, affrontando con coraggio mille difficoltà. 11 anni fa si sono riuniti e oggi contano più di 1.400 soci.
- Consorzio di Tutela Vini dell’Elba. Dalla metà del secolo scorso la produzione vinicola è uno dei pilastri economici dell’Isola d’Elba ed è un esempio della “viticoltura eroica”, fatte su appezzamenti impervi ed esposti alle intemperie. Oggi all’Elba vengono prodotti vini a doc e a docg da 150 ettari di vigneti per una produzione annua di circa 400.000 bottiglie. Al Consorzio aderiscono 30 produttori. Punta di diamante è l’Aleatico passito dell’Elba, una tra le massime espressioni dei vini passiti italiani.
(Uno scorcio dell’isola d’Elba, Portoferraio – ph Roberto Ridi)
A questo punto, in attesa dell’invasioni di giornalisti stranieri, i rappresentanti dei due enti che supportano l’organizzazione del premio – il Comune di Portoferraio e Gat, Gestione Associata del Turismo, che va sotto il nome di Visit Elba – esprimono tutto il loro compiacimento per la scelta con il Sindaco Angelo Zini che dice “In questa occasione Portoferraio sarà la porta di accesso e il punto di partenza per le attività che coinvolgeranno tutta l’Isola. Si tratta certo di un evento impegnativo ma siamo certi che sarà un’ottima opportunità per mostrarci al mondo”. Mentre per Nicola Censi, coordinatore della Gat “Poter avere qui oltre 100 giornalisti di tutto il mondo ci è parsa da subito un’occasione da non perdere che ci permetterà di aggiungere un importante tassello al lavoro di comunicazione pluriennale che stiamo portando avanti con la Gestione Associata. La possibilità di mostrare l’Elba in una delle stagioni migliori, in cui il clima mite ancora estivo si sposa con la ricchezza enogastronomica e gli appuntamenti culturali, sarà un ottimo spunto per la stampa internazionale, che potrà godere del soggiorno e riportare l’esperienza positiva negli articoli nei mesi a seguire”.
Michele Pizzillo