(Donatella Cinelli Colombini)
di Michele Pizzillo
Quando, una ventina d’anni fa, pensò ad un premio giornalistico, Donatella Cinelli Colombini, da fondatrice del Movimento del Turismo, probabilmente voleva esprimere riconoscenza a quanti scrivevano articoli divulgativi sul territorio di Montalcino e sul suo tesoro, il vino Brunello.
E, per quasi un decennio si è andati avanti lungo questo percorso. Poi la produttrice di un ottimi Brunello come il Casato Prime Donne e il Progetto Prime Donne, incrocia sulla sua strada di viticoltore e di divulgatore delle bellezze di tutti i territori del vino, una giornalista della Rai, Ilda Bartoloni, e l’iniziativa comincia a declinare verso il mondo femminile per segnalare, ogni anno, donne che si sono distinte per coraggio, eticità di comportamenti e costituiscono un modello per tutte le altre. Ciascuna di loro detta una dedica che rimane in modo permanente lungo un percorso meditativo naturalistico nei vigneti del Brunello di Montalcino. Accanto a ogni iscrizione c’è un’istallazione di arte contemporanea di un artista toscano. Prima a ricevere il premio è, nel 2004, Kerry Kennedy per il suo impegno sulla difesa dei diritti umani.
Sulla scia di questo riconoscimento – a cui seguiranno altri come, per esempio, la Congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, le Volontarie del Telefono Rosa, la virologa Ilaria Capua, l’astronauta Samantha Cristoforetti, la stilista ma anche mecenate della cultura Carla Fendi, due sindaci in prima linea per difendere la legalità o nell’accoglienza dei profughi come Maria Carmela Lanzetta di Monasterace e Giusy Nicolini di Lampedusa, l’astrofisico di fama internazionale, Sandra Savaglio, rientrata in Italia per insegnare all’Università di Cosenza – per il 2016 il premio sarà assegnato a Chaimaa Fatihi, 23 anni, studentessa di legge a Modena e delegata dei Giovani Musulmani d'Italia al Forum Nazionale Giovani, perché all’indomani della strage al Bataclan ha dato voce ai fedeli del Corano che hanno orrore della violenza con una lettera aperta ai terroristi ripresa nella prima pagina di “Repubblica” “Maledetti terroristi”, dove scriveva: “La mia fede è l’Islam, una religione che predica la pace. Da musulmana vi rinnego, vi combatto con la parola, l’informazione, con la voce di chi vive quotidianamente la propria fede, dando esempio dei suoi insegnamenti”.
(Chaimaa Fatihi)
E, così, la giuria del Premio Casato Prime Donne – per la prima volta presieduta da Donatella Cinelli Colombini e composta da Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione -, sceglie come simbolo dell’universo femminile una giovane araba di fede islamica che si oppone all’Isis, vedendo in essa un esempio di coraggio e di una nuova femminilità capace di muovere le coscienze.
Anche per il 2016 non mancano i premi giornalistici alla base dell’iniziativa e, cioè, quelli per la divulgazione del territorio, che saranno consegnati il 18 settembre prossimo, ovviamente a Montalcino, a Giuseppe Casciaro per l’articolo “Dall’albergo vicino a Montalcino un panorama suggestivo. Castello di Velona”,pubblicato ne “La Repubblica” di cui è capo redattore dei supplementi; Bruno Gambacorta per il servizio televisivo intitolato “50 anni della Doc” trasmesso in “TG2 Eat Parade” e Filippa Lagerback per il programma tv “In bici con Filippa: Montalcino” trasmesso in “Bike Channel”. Mentre per il vincitore della sezione fotografica bisognerà attendere il risultato del voto online, a cui possono partecipare tutti sul sito www.cinellicolombini.it, che si concluderà il 4 settembre, scegliendo l’immagine più bella fra le 5 finaliste realizzate da Claudio Calvani, Maurizio Rellini, Andrea Rabissi e Samuele Tronchi.
Poi, tutti a Montalcino, il 18 settembre per festeggiare i premiati ma, anche, per un’immersione in questo splendido angolo di Toscana che produce vini come Brunello e Orcia. Con la possibilità di visitare anche la Fattoria di Donatella Cinelli Colombini dove sarà allestita la mostra di fotografie dei vincitori di tutte le passate edizioni del premio. Si tratta di scatti di grande intensità interpretativa che testimoniano il variare della percezione del paesaggio e la diversa sensibilità nei confronti della campagna del Brunello.