LA CONSEGNA DEL PREMIO E DI DUE MENZIONI SPECIALI
(Giuseppe Viglierchio, Roberto Ghio, Marco Caprai e Silvano Brescianini)
di Michele Pizzillo
E’ l’azienda di Arnaldo Caprai a conquistare il “Premio Gavi La Buona Tavola” istituito dal Consorzio di tutela del Gavi, ritenuta portabandiera della New Green Revolution perché è stata la prima ad applicare il protocollo di sostenibilità alla produzione vinicola e certificato a livello territoriale.
Caprai, però, ha fatto molto di più “perché a Montefalco – ha rammentato Marco Caprai, amministratore dell’azienda fondata dal padre Arnaldo -, già dieci anni fa abbiamo stimolato il Consorzio di tutela del vino a guardare e impegnarsi alla salvaguardia e alla tutela di tutto quello che c’è sul territorio, non solo al vino. Tant’è vero che il piccolo museo di Montefalco oggi è al secondo posto, in ambito regionale, come numero di visitatori. E, questo grazie al vino e ad una buona gestione del Consorzio di tutela”. A quanto pare, il Consorzio del Montefalco è perfettamente in linea con quanto sta facendo il Consorzio del Gavi che prima con la valorizzazione del vino, poi con una interessante politica di integrazione campagna-territorio-beni archeologici e ambientali, infine, con l’istituzione del Premio Gavi La Buona Tavola e, da quest’anno, con la redazione della carte del vino sostenibile, sta catalizzando l’interesse turistico su un’area che, probabilmente, è ancora tutta da scoprire. Tant’è che il neo presidente del Gavi, Roberto Ghio, sulla scia del predecessore, Maurizio Montobbio, stimolato da Lisa Casali che ha condotto i lavori della cerimonia di premiazione, ha detto che “dobbiamo diventare uno dei luoghi del vino dove si possa fare anche cultura”. E, da quanto si è visto con le iniziative del Consorzio, stata tracciata una strada percorsa da oltre l’80% dei produttori di vini, accompagnati dalla quasi totalità delle strutture ricettive e quelle impegnate in altri settori economici, per raggiungere un obiettivo comune: campagna fertile che rende ricca la città. Aggiunge Ghio: “ci siamo posti un traguardo immediato, consumare in loco almeno il 10% del vino che produciamo. Se ci riusciamo, vuol dire che le terre del Gavi hanno incrementato le presenze turistiche”.
Contestualmente al premio, sono state consegnate anche due menzioni speciali. A Castello Banfi perché è stata la prima cantina ad ottenere la certificazione di responsabilità etica, sociale ed ambientale ed, anche, per avere realizzato un impianto di cipressi contro le emissioni di CoO2. Mentre al Consorzio per la tutela del Franciacorta per l’adesione ai progetti di sostenibilità Sata e Itaca per il calcolo delle emissioni di carbonio nonché la creazione di un regolamento per le scelte di indirizzo e l’uso sostenibile degli agro-farmaci. I diplomi sono stati ritirati dal direttore generale di Castello Banfi, Giuseppe Viglierchio e da Silvano Brescianini, vice presidente del Franciacorta.
Con la quarta edizione di un premio che dovrebbe diventare un punto di riferimento a livello nazionale di come si deve comunicare le terre di vino che oltre a paesaggi agresti suggestivi, quasi sempre sono ricchi di storia, di beni artistici ed ambientali di straordinaria bellezza e, il più delle volte poco conosciuti, nonché posti dove la cucina raggiunge l’apice della qualità per la disponibilità di materie prime genuine. E, a Gavi, nella tenuta la Centuriona, dove nel 1859 il Marchese Cambiaso realizzò i primi impianti specializzati a Cortese, vino-sostenibilità-territorio-cultura-turismo è stata una sorta di cinquina che ha dominato l’annuale appuntamento che prima dell’estate viene organizzato per presentare la nuova annata del Gavi, bianco eccellente che non ha bisogno di legno per esprimere tutte le sue caratteristiche di freschezza, sapidità, bevibilità ed anche – come evidenziano le verticali che propongono anche vini che hanno superato i dieci anni di età – una buona propensione all’invecchiamento. Infine, nel presentare la bottiglia istituzionale del Consorzio per ricordare i vent’anni della Docg, vestita per l’occasione dall’etichetta disegnata dall’artista Serena Viola, il neo presidente del Consorzio, nel premiare il predecessore, Maurizio Montobbio, si è impegnato a fare sì che il Premio Gavi diventi il punto di riferimento per tutto il mondo del vino italiano, a dare la possibilità di ampliare la superficie vitata per rispondere alle continue richieste di vino che arriva dall’estero, dove il Gavi vende l’80% degli oltre 11 milioni di bottiglie che mediamente produce ogni anno e, a “conquistare” altri mercati italiani.