di Michele Pizzillo
Il Premio Gavi La Buona Italia proposto questa volta con un tema che gli eventi imprevedibili hanno resto molto più attuale è stato assegnato al Consorzio tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco docg.
Dopo cinque anni che la dirigenza del Consorzio di tutela del Gavi ha preferito premiare le singole aziende (da Cantine Settesoli nel 2015 sul tema della comunicazione a Cantine Ceretto l’anno successivo per il tema “Wine, food & arts”, da Planeta nel 2017 per “Wine, food, arts & tourism” ad Arnaldo Caprai nel 2018 privilegiando “Il vino responsabile” e Marchesi de Frescobaldi l’anno scorso quando si pensò ad un tema come “Smart wine”) è arrivato, con l’edizione 2020, la sesta da quando è stata avviata questa importante iniziativa, la scelta di dedicare il premio all’enoturismo perché i Consorzi di tutela del vino possono svolgere un ruolo molto importante per sviluppare questa importante forma di turismo. Tutto, ovviamente, è avvenuto in modo inusuale perché la cerimonia di consegna prevista a Gavi, è stata trasferita sul web per evitare gli assembramenti che possono aumentare la diffusione del contagio da Covid-19.
La giuria, composta dal comitato di indirizzo che mette a punto il contenuto del premio e da esperti del settore, ha scelto il Consorzio veneto per l’efficacia con cui si muove nei canali di comunicazione on-line e l’attitudine a svolgere un ruolo di aggregazione territoriale attraendo turisti e viaggiatori da tutto il mondo. Il sito è tradotto in 5 lingue (italiano/inglese/francese/tedesco/cinese) ed integrato a 5 social network (Facebook, Twitter, Pinterest, Instagram, Youtube). Sotto il brand “Visit Conegliano Valdobiaddene”, una rivista semestrale sfogliabile e scaricabile con tutte le informazioni – corredate da foto splendide – consente di organizzare il proprio itinerario tra cultura, storia locale, natura, enogastronomia e con le testimonianze di personaggi noti “amici” del territorio: si tratta di una vera e propria guida, sempre a disposizione, per permettere al turista di vivere da protagonista gli eventi e il territorio con grande risalto alle proprie eccellenze, tra cui la prima storica strada enologica d’Italia, che si snoda tra le cittadine di Conegliano a Valdobbiadene.
(Roberto Ghio)
Scegliendo, poi, per le “menzioni speciali”, il Consorzio Volontario di Tutela Vini Alto Adige, il Consorzio Vino Chianti Classico e il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo in quanto modelli di comunicazione ed esempio di efficace sviluppo dell’attività turistica integrata dei propri territori. Nel caso dell’Alto Adige, c’è un ampio spazio alle visite guidate in cantina con link ai siti dei singoli produttori e possibilità di filtrarli in base ai propri interessi e ai servizi che offrono (vendita, ristorante, visite guidate, pernottamento, consegna a casa). Per il Chianti è prevalso il luogo fisico della narrazione della denominazione e del territorio – con Casa Chianti – che diventa anche sito e portale di promozione turistica e l’e-Shop che propone in acquisto, oltre al vino, anche merchandising griffato Gallo Nero. Mentre per il Consorzio abruzzese è stato premiato in particolare per la Home Page che rimanda sia all’e-commerce delle cantine sia al sito Discover Abruzzo e relativa APP interattiva per mobile con 14 itinerari che toccano oltre 200 punti di interesse storico, artistico, culturale e naturale, intorno a cui sorge la costellazione di cantine vitivinicole della regione. Tutto si è svolto in diretta web, con la partecipazione, da Milano, di Magda Antonioli, Direttore del Master di Economia del Turismo dell’Università Bocconi e Consigliere Enit, Riccardo Ricci Curbastro, Presidente Federdoc, Giulio Somma direttore de il Corriere Vinicolo e Roberto Ghio, Presidente Consorzio Tutela del Gavi nonché Francesco Moneta, del Laboratorio Gavi La Buona Italia-The Round Table, che hanno approfondito la ricerca “Enoturismo: i Consorzi del vino e il territorio” che il Consorzio del Gavi ha commissionato all’Università Bocconi per avere la certezza che “la competitività enoturistica delle aziende vinicole è frutto anche del gioco di squadra tra denominazioni e territorio. I Consorzi di tutela contribuiscono a creare e rafforzare la peculiare reputazione del comprensorio, rappresentata da un insieme di elementi quali natura, vino, personaggi, storia, tradizioni, innovazione. Questo lavoro integrato ricade positivamente sulle singole aziende che possono così concentrare i loro sforzi sull’ottimizzazione dell’accoglienza, oltre naturalmente sulla produzione vinicola”, commenta Roberto Ghio, Presidente del Gavi.
(Vigneti Valdobbiadene in estate)
La conferma, poi, è arrivata dalla ricerca della Bocconi che dall’analisi delle attività e delle strategie attivate dai 124 Consorzi di Tutela del vino con particolare riferimento alle scelte operate in campo enoturistico, che attraverso un mix tra survey quantitativa, review del posizionamento digitale ed interviste esplorative, ha rilevato che “i Consorzi riconoscono all’unisono un proprio ruolo strategico, oltre a quello sulle fasi di qualità della produzione, anche sugli aspetti turistici della filiera – sostiene Magda Antonioli -: in primis (45%) “facendo da collante”, soprattutto in un momento storico come quello che stiamo attraversando, al loro interno tra i produttori propri associati, ma anche verso gli stakeholder esterni, pubblici e privati. In seconda battuta, dedicandosi anche alla promozione “diretta” (35%) oltre che del prodotto-bottiglia, dei luoghi e della cultura del territorio”. Per la totalità dei Consorzi l’Enoturismo costituisce un’opportunità importante per il settore vitivinicolo, elemento strategico in ottica di promozione e di diversificazione delle entrate, sia per il mercato domestico (79%), che per i mercati esteri (77%) in primis per Stati Uniti e Germania. Questi Paesi sono da un lato tra i principali importatori del prodotto vitivinicolo italiano (con una nutrita partecipazione dei Consorzi agli eventi trade che si tengono in quegli stessi territori) e dall’altro costituiscono i principali bacini di domanda per l’incoming turistico italiano: sono state infatti 58,6 mln le presenze tedesche in Italia nel 2018 e 14,5 mln quelle statunitensi – Istat, 2020). E, ha aggiunto Magda Antonioli “considerando gli assiomi maggior conoscenza -> maggior consumo e maggior consumo ->maggiore desiderio di conoscenza (anche del processo produttivo), al di là del Covid-19 e del periodo contingente, questa convergenza sembra essere di buon auspicio per l’enoturismo italiano ed invita tutte le realtà operanti in questo settore ad investire in maniera più strutturata per il suo sviluppo”.
E, infatti, navigando nei siti e nei social dei vincitori emergono eccellenze nell’approccio alla comunicazione digitale: innanzitutto una grande interazione di contenuti tra il sito e i molteplici canali social, con la possibilità quindi di integrare arte, natura, storia, protagonisti, enogastronomia, e definire così l’autenticità e l’unicità del proprio terroir. In secondo luogo, lo spazio dedicato all’e-commerce dei produttori, perché Enoturismo è anche e soprattutto vendere il prezioso frutto della propria terra; infine una facile ed intuitiva fruizione dei diversi servizi offerti dalle cantine e link diretti e networking con le principali organizzazioni che promuovono il territorio. E, aggiunge Riccardo Ricci Curbastro “siamo preparati a svolgere al meglio questo compito perché i 124 Consorzi oltre a tutelare la qualità del prodotto, sono promotori del territorio e dimostrano anche, che non esiste un ottimo vino senza un produttore serio. Tant’è vero che il Consorzio di tutela dei vini è l’unica forma di democrazia diretta visto che i regolamenti li scriviamo noi e se ci sono errori è colpa nostra”. E, a questo punto, è arrivato l’assist di Giulio Somma per sottolineare che “il rapporto umano non potrà mai venire meno nel mondo del vino: non c’è degustazione virtuale che possa sostituire l’incontro e la degustazione con il produttore che racconta il vino. L’importante è mettere le cantine in sicurezza e, per questo, il Corriere Vinicolo ha pubblicato uno speciale sul questo tema perché riteniamo importante dare un segnala forte per invogliare la gente a visitare le cantine”. E, l’enoturismo offre tutto quello che il visitatore ama vedere.