di Manuela Zanni
Si è appena conclusa presso la prestigiosa sede del Teatro Sociale di Alba, la due giorni che ha visto sfidarsi dodici cuochi per la selezione italiana del Bocuse d’Or, il cui vincitore, Marco Aquaroli, poco più che trentenne, lavora attualmente in Svizzera al Four Seasons Des Bergues di Ginevra.
Prima di questo altre esperienze in alcuni Four Seasons in giro per il mondo, e al Geranium di Copenaghen e a Piazza Duomo ad Alba.
Il vincitore accederà alle qualificazioni europee a Budapest, nella speranza di andare in finale a Lione nel gennaio 2017. Gli altri finalisti, eccetto la romagnola Debora Fantini, sono tutti uomini: Lorenzo Alessio, Andrea Alfieri, Riccardo Bassetti, Francesco Gotti, Daniele Lippi, Giovanni Lorusso, Michelangelo Mammoliti, Leonardo Marongiu, Stefano Paganini e Giuseppe Raciti. A quest’ultimo, siciliano, poco più che trentenne, chef resident del resort Zash di Taormina, dove è approdato dopo varie esperienze in Sicilia, ma anche all'estero, soprattutto in Svizzera, e al San Domenico di Taormina, è andato il prestigioso premio Europa. Si tratta di un premio istituito dalla comunità Europea per la promozione e tutela delle eccellenze dei prodotti utilizzati.
Altri premi assegnati sono stati quello per la miglior ricetta di pesce, andato a Debora Fantini, l'unica donna in gara, e quello per il miglior piatto di carne andato a Francesco Gotti.
Ciascuno chef ha avuto a disposizione quattro ore per giocarsi l’ambìto posto di finalista al più importante concorso di cucina internazionale ideato dallo chef francese Paul Bocuse, preparando due piatti, uno di carne e uno di pesce, con due ingredienti base, il cervo e lo storione con il caviale.
La giuria composta dai 30 tra i migliori chef di Italia, da Matteo Baronetto a Gennaro Esposito, Davide Oldani, Claudio Sadler, Luisa Valazza e Gianfranco Vissani, solo per citarne alcuni, e presieduta dal tristellato Enrico Crippa, ha avuto modo di assaggiare i piatti a base di carne e di pesce ai quali non è stato consentito aggiungere alcun elemento non commestibile.
La valutazione, in centesimi, ha attribuito 40 punti al gusto, 20 alla presentazione e 20 alla rispondenza territoriale per il piatto di carne o valorizzazione della verdura nel piatto di pesce; gli ultimi 20 punti affidati alla giuria per l’organizzazione e ordine dello spazio di lavoro.