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Il premio

La siciliana Martina Caruso è Chef Donna 2019 per la Guida Michelin

05 Marzo 2019
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(Martina Caruso sul palco riceve il premio)

di Michele Pizzillo, Milano

L’avevamo anticipato, inserendo Martina Caruso fra le quattro chef da cui sarebbe “uscita” la Chef Donna 2019, premio ideato dalla Maison Veuve Clicquot con lo scopo di sostenere e celebrare i talenti femminili dell’alta ristorazione. 

Ieri sera il nostro pronostico è diventato realtà: Martina Caruso, del ristorante Signum di Salina, è stata riconosciuta come talento femminile della cucina italiana, conquistando il Premio Michelin chef donna 2019 perché, secondo gli ispettori della mitica Rossa, propone una cucina strutturata, ma allo stesso tempo fresca e delicata con proposte originali che esaltano i sapori e i profumi dei prodotti locali. Martina Caruso, inoltre, riceve il premio Michelin Chef Donna 2019 per la grande volontà e capacità di progredire e di rappresentare la sua isola raggiante, attraverso una grande tecnica e il tocco femminile di una giovane donna appassionata e determinata. D’altronde Atelier des Grandes Dames intende consolidarsi intorno ai valori che, fin dal 2016, sono stati l’orbita intorno al quale il network ha ruotato: la forza, l’empatia, la concretezza e la volontà di far emergere e sostenere tutte le potenzialità del talento femminile nell’alta ristorazione. Ad oggi ne fanno parte 16 chef, ognuna diversa dalle altre, ma tutte legate dallo stesso talento, passione, intraprendenza e femminilità.

La premiazione di Martina Caruso è stata preceduta da un dibattito sul “significato della femminilità in cucina” nell’alta ristorazione italiana, inteso non come differenza di genere ma come sfaccettatura nell’approccio lavorativo, emozionale e caratteriale nel mondo dell’alta ristorazione, affinché ci sia piena consapevolezza della vita di una donna chef e dell’apporto fondamentale che l’approccio femminile può dare a questo mondo.  Per questo il senior brand manager Veuve Clicquot, Carlo Boschi ha affermato di essere “onorato di far parte di una Maison che da anni esalta la professionalità delle donne attraverso questo importante progetto. Il lavoro di Veuve Clicquot ha lo scopo di creare un network in grado di supportare e valorizzare le grandissime potenzialità di queste donne, di renderle sempre più consapevoli delle loro capacità e di metterle in relazione l’una con l’altra, perché possano stimolarsi e aiutarsi a vicenda”. 

Il desiderio di Veuve Clicquot mira proprio acchè le donne prendano consapevolezza della fondamentale importanza del loro approccio al mondo dell’alta cucina, che abbiano alle spalle un sistema in grado di sostenerle e che ne riconosca l’abilità nel giostrarsi tra la vita da imprenditrici creative e la vita da donne, con tutto ciò che ne deriva. Il progetto Atelier des Grandes Dames vuole dare vita a un sistema virtuoso che faccia conoscere al mondo, e soprattutto alle giovani donne che vogliono intraprendere questo percorso, che anche una donna può vivere la propria vita ed essere, allo stesso tempo, fonte creativa di ispirazione e meraviglia. Anche perché, secondo Veuve Clicquot “le donne chef sono precise e organizzate, eleganti e creative, delicate e leggere. Sanno essere determinate e attente, sanno prendersi cura degli altri, nutrire e coccolare come mamme, ma sanno anche affermare la loro personalità senza timore, eredi di un archetipo di donna e madre cuciniera”. 


(Martina Caruso – ph Lido Vannucchi)

Per sviluppare questa tematica, Veuve Clicquot ha scelto di utilizzare delle immagini fotografiche, cercando di fare emergere e rappresentare il significato della femminilità in cucina. Con Martina Caruso ritratta da Lido Vannucchi, Antonia Klugmann da Francesca Brambilla/Serena Serrani, Katia Maccari da Andrea Moretti, Solaika Marrocco ritratta da Marco Varoli. Di Martina Caruso, di Signum a Salina, 1 Stella Michelin, Salina – Isole Eolie (ME), Lido Vannucchi dice che “In Martina ho visto una giovane donna che, come hanno fatto le nostre madri e le nostre nonne, ha scelto di assecondare un gesto d'amore: il gesto di una cucina al femminile. Nella sua cucina l’amore parte dalla propria terra, dal proprio territorio, dai contadini, dagli agricoltori, i quali forniscono una materia prima, che, attraverso l’atto d'amore messo in pratica dal chef, diventa cucina”.

Di Antonia Klugmann, di L’Argine a Venco, di Dolegna del Collio, 1 Stella Michelin, Francesca Brambilla/Serena Serrani, sono del parere che “l’approccio femminile di Antonia in cucina si nota nei rapporti che instaura con tutti i suoi collaboratori. Sa essere affettuosa, materna, educata, rispettosa, autoritaria e al tempo stesso rassicurante. E’ molto attenta ai rapporti umani, alle relazioni e alle peculiarità delle persone. Secondo noi la femminilità è intrinseca in Antonia, la esprime in ogni gesto, dentro e fuori dalla cucina. Abbiamo quindi cercato di tirargliela fuori senza ricorrere a stereotipi. Senza puntare su abiti o sguardi ammiccanti, ma mettendola a proprio agio in un set fotografico o in relazione con la sorella, il compagno e i suoi ragazzi. Siamo molto soddisfatte perché secondo noi nelle fotografie si percepisce la vera Antonia: timida, solare vera e spontanea. Togliere, sottrarre e cogliere: questo è ciò che abbiamo fatto. La spontaneità ha fatto il resto”.

Di Katia Maccari, de I Salotti del Patriarca, di Chiusi, 1 Stella Michelin, Andrea Moretti sottolinea che “ho scorto in Katia oltre alla grinta, la determinazione, l'impegno e la razionalità, anche un po’ di nostalgia e tristezza. In cucina i movimenti si fanno meno rigidi, Katia non si sente più sotto esame, in cucina è sicura, a suo agio, nel suo habitat. Emerge, attraverso i suoi occhi e i suoi gesti, che la sua concezione di cucina, la quale conserva in sé l’intrinseco significato di nutrimento, è il gesto di una madre che nutre i figli. Ecco come Katia esprime la sua femminilità, nella cucina che si fa “dono” materno”. 

Di Solaika Marrocco, Primo Restaurant di Lecce, Marco Varoli dice che “in uno scatto fotografico si riesce a cogliere l'essenza di molte cose. Molte sfaccettature delle persone, davanti all'obiettivo, si svelano. Così con la femminilità che non è una, è personale e ogni donna la dimostra a proprio modo. Solaika ha espresso a modo suo come porta la sua femminilità in cucina, con un punto in comune, leggibile dai suoi occhi: la determinazione nel fare quotidianamente con passione un lavoro spesso duro e competitivo. Fuori dagli stereotipi di una cultura tradizionale, nella sua accezione più negativa. Come fotografo ho trovato che la sua creatività fosse già espressione di femminilità”.

Queste le chef che fanno parte di Atelier des Grandes Dames; 

  • Martina Caruso * – Hotel Signum – Malfa Salina (ME)
  • Caterina Ceraudo *– Dattilo – Strongoli (KR)
  • Maria Cicorella * – Ristorante Pasha – Conversano (BA) 
  • Tina Cosenza – Ristorante Teresa – Genova Pegli (GE)
  • Iside de Cesare * – La Parolina – Trevinano (VT)
  • Michelina Fischetti *- Oasis-Sapori Antichi – Vallesaccarda (AV)
  • Giuliana Germiniasi * – Ristorante Capriccio – Manerba del Garda (BS)
  • Antonia Klugmann * – L’Argine a Vencò – Dolegna del Collio (GO)
  • Katia Maccari * – I Salotti del Patriarca – Chiusi (SI)
  • Solaika Marrocco * – Primo Restaurant – Lecce
  • Isa Mazzocchi * – La Palta – Borgonovo Val Tidone (PC)
  • Aurora Mazzucchelli * – Ristorante Marconi – Sasso Marconi (BO)
  • Fabrizia Meroi * – Ristorante Laite – Sappada (UD)
  • Anna Tuti – Castello di Trussio dell’Aquila d’Oro – Dolegna del Collio (GO)
  • Marianna Vitale * – Sud Ristorante – Quarto (NA)
  • Mara Zanetti * – Ristorante Osteria da Fiore – Venezia