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Il premio

Barawards 2015, “doppietta” siciliana: premiati il Signum e lo chef Martina Caruso

24 Novembre 2015
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Una “doppietta” così non l’avevamo nemmeno immaginata. Invece, Luca e Martina Caruso tornano a Salina con un doppio trionfo ai “Barawards 2015”, il premio promosso da Bargiornale che vuole valorizzare la professionalità e l’innovazione nei bar, alberghi e ristoranti. 

I premi sono stati decisi dal pubblico che ha inviato il voto alla redazione di Bargiornale. Ed i numeri sono impressionanti: oltre 9.000 per locali e i professionisti e più di 8.000 per i prodotti. Nel corso della serata sono stati premiati ben 45 locali, 25 professionisti e 12 prodotti innovativi.
Il Signum è stato nominato “Ristorante d’albergo dell’anno”. “Un riconoscimento che ci fa piacere e che ci ripaga di tutti i sacrifici fatti – dice Luca Caruso, titolare del Signum -. Un evento molto interessante che ci ha permesso di confrontarci con altre realtà. Nel nostro lavoro è fondamentale stare sempre al passo con i tempi e dialogare con le altre realtà del territorio. Questo premio, però, è stato pensato per un target molto giovane e i premi la dicono lunga. Non possiamo certo paragonarci a mostri sacri come Bottura o Cannavacciuolo. Ma siamo sempre disposti a studiare per fare meglio il nostro lavoro, che ci piace in maniera viscerale”.

Mentre Martina Caruso ha ricevuto il premio come chef dell’anno: “Sono davvero contenta di questo riconoscimento che certo mi stimola a fare sempre meglio – dice la chef -. Ora sto già lavorando al nuovo menu. Presenteremo piatti con tante verdure e magari dai sapori internazionali: penso all’Asia o al Perù. La stella? Per ora non ci penso”.

 
(Martina Caruso)

Ecco tutti i premiati nelle varie categorie:
Nella categoria Bar caffetteria dell’anno la vittoria è andata al VeroNero Caffé di Bari, seguito dal Bugan Coffee Lab di Bergamo e dal Filter Coffeee Lab di Pisa.

Il premio come Cocktail bar dell’anno è andato invece al Quanto Basta di Lecce, con gli altri due gradini del podio occupati dal Tibi Bistrot Provençal di Milano e dal RivaBar di Riva del Garda (Trento).

Il primo posto come Pasticceria/gelateria dell’anno va invece alla D&G Patisserie di Selvazzano Dentro (Padova), mentre al secondo e terzo posto si piazzano due realtà milanesi, il Pavè e lo Knam.

Il podio come Bar d’albergo dell’anno è invece tutto romano, con la vittoria che va a The Gin Corner, seguito da Time Wine Bar e dal Locarno Bar.

A vincere il titolo di Locale polifunzionale dell’anno è il Banana Republic di Roma e alle sue spalle si situano il Dry Cocktails&Pizza di Milano e il Loca Bar di Riccione (Rimini).

E sempre a Riccione troviamo il Locale rivelazione dell’anno, il Belludi Quarantadue, che precede sul podio il Close di Palermo e un’altra realtà di Riccione, il Bevabbé.

Passando ai professionisti, il premio come Premio Csc – Barista dell’anno è andato a Maurizio Valli del Bugan Coffee Lab, con Gianni Cocco del Vago Erba e Francesco Corona del Coffee and Good spirits a completare il podio.

Al primo posto del Premio Turin Vermouth – Bartender dell’Anno troviamo la barlady Cinzia Ferro dell’Estremadura, davanti a Domenico Federico della Terrazza Martini Expo e Leonardo Veronesi del Rivabar.

La vittoria del Premio Branca, Bartender Italiano all’estero, va a Matteo Zed Zamberlandi Del Posto, che precede Salvatore Tafuri de The Standard Hotel e Claudio Perinelli delSeymour’s Parlour.

Infine, ad aggiudicarsi il Premio Oscar 697 come Giovane talento dell’anno è stato Michele Zilio del Rita & Cocktails, seguito sul podio da Michele Ferruccio di The Corner e Stefano Agostino del Doping Club.

Passando alla categoria alberghi, il premio come Boutique&charme hotel va all’Hotel Locarno di Roma, con l’Adler Mountain Lodge di Castelrotto (Bolzano) che si piazza al secondo posto precedendo l’Hotel Belvedere di Riccione.

A vincere nella categoria Wellness hotel dell’anno è invece l’Hotel De Russie di Roma, seguito dal Park Hyatt di Milano e dal QC Terme Hotel Bagni Nuovi di Bormio (Sondrio).

Il podio del Direttore d’albergo dell’anno vede sul gradino più alto Patrizio Cipollini delFour Seasons Firenze, che precede Marina Pasquini dell’Hotel Belvedere e Danilo Zucchetti di Villa d’Este.

Anche la vittoria come F&B e bar manager dell’anno va a un professionista del Four Seasons Firenze, Massimiliano Prili, davanti a Sebastiano Pira dello Sheraton Diana Majestic e a Andrea Cartapatti di Blu Hotels.

Nella categoria ristoranti, la vittoria come Ristorante d’autore dell’anno è andata a Innocenti Evasioni di Milano, che ha preceduto nelle preferenze il Da Vittorio di Brusaporto (Bergamo) e l’Osteria Francescana di Modena.

Tutto milanese invece il podio del Design restaurant dell’anno, con la vittoria andataFilippo La Mantia davanti a Carlo e Camilla in segheria e a Ceresio 7.
A vincere nella categoria New bistrot è il Nana Piccolo Bistrò di Senigallia (Ancona), con il secondo posto andato alla Brasserie du Casino di St. Vincent (Aosta) e il terzo ai Tre Cristi di Milano.

Ristorante d’albergo dell’anno è il Signum sull’isola di Salina (Messina), che si piazza davanti al Villa Crespi di Orta San Giulio (Novara) e a Il Palagio Four Seasons di Firenze.

Il premio come Locale storico dell’anno se lo aggiudica l’Harry’s Bar di Venezia che precede un altro locale veneziano, il Vecio Fritolin e l’Al Cambio di Bologna.

A vincere nella categoria Pizzeria dell’anno è il Dry Cocktails & Pizza di Milano, davanti alPepe in Grani di Caiazzo (Caserta) e a un’altra pizzeria milanese, il Lievito Madre Gino Sorbillo.

Nella categoria Ristorante tradizionale dell’anno il primo posto va alle Terre Alte di Longiano (Forlì-Cesena), il secondo a Il Gatto Nero di Cernobbio (Como) e il terzo a Le Grottelle di Capri (Napoli).

E concludiamo con il podio del Premio Rum Diplomatico – Chef dell’anno, sul cui gradino più alto si piazza un’altra donna, Martina Caruso del Signum, che precede Michele Gilebbi del Nana Piccolo Bistrò e Massimo Moroni del Gin Rosa.
 
Particolarmente toccante è stata la consegna del Premio Campari, memorial Franco Zingales, istituito da Bargiornale in onore dell’indimenticato caporedattore della testata. Un onore toccato a Simone Bongionvanni, Rocco Fiorenza e Lucio Tucci.
C.d.G.