Ieri il dibattito alla Festa dell'Unità a Catania. Sul palco, oltre all'assessore regionale all'agricoltura Antonello Cracolici, alcuni produttori che hanno raccontato al Ministro problemi e aspettative dell'Isola
(Giuseppe Di Silvestro, Alessandro Chiarelli, Fabrizio Carrera, Maurizio Martina, Antonello Cracolici, Manfedi Barbera e Alessio Planeta)
Venti milioni dal piano nazionale per l'agricoltura e prezzi più trasparenti. Tra gli obiettivi, anche quello di salvaguardare gli agricoltori e valorizzare il grano 100% italiano.
Il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, special guest del palco Palco Sicilia di villa Bellini nell'incontro “Investire nella bellezza, la Sicilia delle eccellenze” di ieri sera, lo ha detto a chiare lettere alla platea della Festa dell'Unità che “bisogna sperimentare, abbandonare le idee vecchie per non perdere di vista l'obiettivo della crescita agroalimentare”.
Accanto a lui sul palco catanese l'assessore regionale all'Agricoltura Antonello Cracolici, i produttori siciliani Manfredi Barbera, Alessio Planeta, il presidente del Consorzio di tutela Arancia rossa di Sicilia Luca Ferlito, il presidente di Coldiretti Sicilia Alessandro Chiarelli, il presidente della Cia di Catania Giuseppe Di Silvestro, il presidente regionale di Confagricoltura Ettore Pottino, interrogati dal giornalista e direttore di Cronache di Gusto Fabrizio Carrera sul valore della bellezza quando si parla di progresso nel settore principe dell'economia siciliana.
Il coro è stato unanime: fare rete per ottenere dei risultati reali.
“In Sicilia è naturale puntare sulla bellezza perché la nostra è una terra che nasce bella, solo noi possiamo peggiorarla”, ha detto Cracolici. Per Manfredi Barbera, della storica azienda di oleifici, “l'investimento più sicuro, qui, è riuscire a portare le persone a godere di questa bellezza, che coincide con la biodiversità”. “Ci stanno proponendo dall'America, la Paramount, di produrre un olio ispirato a The Godfather, Il Padrino, il mondo ci guarda con interesse”, ha rivelato il produttore.
Secondo il presidente di Coldiretti Sicilia Alessandro Chiarelli “sbagliamo nel non saper fare bene sinergia, la Sicilia ha la peculiarità di produrre tutto”.
Ettore Pottino si è soffermato sull'importanza di sostenere il Made in Italy, “una garanzia per il consumatore”. “Quando si acquista questa etichetta – ha sottolineato – c'è una storia, e solo questo ci farà competere in un mercato globale”.
Categorico il presidente provinciale Cia Giuseppe Di Silvestro, che ha chiamato il Governo a “intervenire in maniera precisa e puntuale a difesa della salute del consumatore, che è anche la nostra salute”.
Dal presidente del Consorzio di tutela Arancia rossa di Sicilia Luca Ferlito un grido d'allarme: “Ci sono aziende che piangono lacrime amare per la fitopatologia che distrugge gli agrumeti. Abbiamo bisogno di tutela sui mercati”.
Alessio Planeta, poi, ha detto del mondo del vino in Sicilia, “che si è arrotolato le maniche e si è dato da fare”. Come? “Il vino ha usato la bellezza come strumento di marketing – ha ammesso l'imprenditore – le aziende si sono presentate al mondo, superando l'impasse degli anni '80”.
L'assessore Cracolici ha messo in luce quella Sicilia che non si deve raccontare, ma vedere: “Ho girato 180 comuni, più di 200 aziende. E la realtà è molto meglio di quella che, spesso, si narra. Abbiamo, noi siciliani, una propensione alla lamentela. E' vero, c'è da lavorare. Ma dobbiamo avere la consapevolezza che agricoltura vuole dire futuro”.
Il ministro Martina ha lanciato la sfida di “operare come quella gente che, come accaduto in Sicilia e in altri territori, dai problemi ricava soluzioni, e lavora per industriarsi in delle operazioni che, passo passo, fanno avanzare il sistema”. La strada maestra? “Sperimentare, star fermi è un delitto”.
Alessia Cataudella