Francesco Aiello, assessore regionale all'Agricoltura
Se Gesualdo Bufalino fosse ancora in vita la strada della Doc Sicilia si farebbe subito in discesa.
Il perché lo ha spiegato Dario Cartabellotta, dirigente generale Dipartimento Interventi Infrastrutturali assessorato Agricoltura della Regione Sicilia, ieri sera al convegno “La nova Doc Sicilia, speranze e prospettive” organizzato a Marzamemi nell'ambito dell'evento “Calici di stelle” a cui ha partecipato anche l' Assessore regionale all'Agricoltura Francesco Aiello.
Lo scrittore comisano aveva percepito e delineato presto i meandri dell'animo siciliano cogliendone nell'inconscio virtù e difetti ma stigmatizzando quest'ultimi ed esortando a cogliere e a valorizzare quanto di eccezionale offrisse quest'Isola. “Il nostro cruccio – ha puntualizzato Cartabellotta – quando mi trovavo a dirigere l'Irvos, si arrovellava attorno all'indifferenza di chi accanto a noi non credeva, e impediva, a studi e ricerche di migliorare la qualità del vino siciliano, e al contrario favoriva e incoraggiava la chimera dei facili guadagni della distillazione e dei vini da taglio. Indifferenti o ciechi a vistose opportunità invece colte da quel guru di Robert Parker quando aveva individuato la svolta epocale che si stava attuando, di una richiesta enologica non piu prerogativa di Francia e Borgogna ma mirata sempre più verso i vini definiti “del sud”, isola Sicilia compresa. E parafrasando il dogma di Bufalino, “la Sicilia sono una e mille e io non mi stancherò mai di raccontare. Parker, al pari di Bufalino, ne aveva intuita la variegata ricchezza dei suoi territori”.
da sinistra Sebastiano Barone, Patrizia Tossani assessore al turismo del comune di Pachino,
Dario Cartabellotta, Nicola Bono presidente della provincia di Siracusa,
Francesco Aiello assessore regionale all'Agricoltura, Nino Di Marco presidente Strada del Vino val di Noto.
Limitandosi a questa breve considerazione, Cartabellota ha lanciato la volata all'Assessore Aiello per il quale queste prerogative, non solo le ha condivise, ma le ha coniugate sia come produttore agricolo che come sindaco di Vittoria, la capitale del Cerasuolo, e anche come firmatario della prima Docg siciliana, anzi del “Mezzogiorno”, il “Cerasuolo di Vittoria” appunto. Nell'ambito delle quali il fulcro di ogni congettura programmatica, la vocazione del territorio e le sue specificità, le entità locali, il Gal, le Strade del vino e tutto ciò che individua un unicum territoriale, sono sempre state le sue più incidenti prerogative. Ma non solo concetti culturali, anzi concretezze di idee e di programmi di disarmante concretezza: “La Doc Sicilia non annullerà né offuscherà quelle già riconosciute – esordisce entrando subito nel merito. E aggiunge – E' un valore aggiunto che va coniugato attraverso la comunicazione e la valorizzazione del territorio, questo lo si può fare attingendo da trentacinque milioni dell'Ocm stanziati e già pronti per ristrutturare cantine e vigneti, mentre per il duemiladodici è previsto un contributo pari all'ottanta per cento per la promozione verso Paesi terzi. Una opportunità che va giocata tutta sulla qualità della comunicazione, evitando richieste di altri interventi assistenzialisti, lavorando con le proprie forze, la forza di ogni singola azienda, valorizzando, non mi stanco di ripeterlo, le virtù decantate dal Bufalino, che la natura vi ha generosamente omaggiato. L'assessorato userà tutti gli strumenti di cui dispone e ne aggiungerà altri. Per promuovere la cultura della legalità – azzarda con coraggio l'assessore – perché certi poteri economici, legati ai mercati e alla grande distribuzione, soffocano, e spesso, soprattutto le piccole aziende. Qui dobbiamo avere il coraggio di prendere di petto qualsiasi scorbutica situazione”.
La manifestazione del Movimento Turismo del Vino si è conclusa con numeri importanti: 4 mila presenze, 2500 degustatori, 16 aziende di vini e 8 aziende di prodotti tipici della provincia siracusana e ragusana, confermandosi come l’evento immancabile nell’agenda dell’enoturista del Val di Noto. Tantissimi i visitatori, tra cui una buona fetta rappresentata da enoappassionati che nel vino ritrovano il piacere del bere associato alla scoperta del territorio che lo produce. I vini più richiesti della serata sono stati il Moscato, di Noto e di Siracusa, e il Nero d’Avola, prodotti che presto potranno fregiarsi anche della nuova denominazione Doc Sicilia
Stefano Gurrera