Che dai territori vulcanici nascano grandi vini è assodato.
Micromondi estremi che richiamano oramai l’attenzione della critica e degli appassionati di tutto il mondo, dai suoli del Soave sino alle pendici dell’Etna, culla del Nerello Mascalese, passando per i Campi Flegrei. Terroir d’eccezione su cui ancora c’è tanto da scoprire e che da quattro edizioni sono al centro del forum Vulcania, l’iniziativa promossa dai consorzi del vino che risiedono nei territori vulcanici.
La quarta edizione si terrà a Napoli il 23 e il 24 con il Forum Internazionale dei vini bianchi da suoli di origine vulcania. Due giornate che vedranno riunirsi, studiosi, produttori e giornalisti per analizzare il Vulcano da un punto di vista climatico. Al centro del dibattito il ruolo e l’influenza delle condizioni pedoclimatiche e della ricchezza del suolo nella qualità del vino, anche in vista dei cambiamenti climatici in atto nell’ultimo periodo.
Si parlerà, nel comprensorio partenopeo, del vulcano come garante di un micro-clima ambientale. Una sorta di ombrello protettivo che assicura fertilità e produzioni d’eccellenza a basso impatto ambientale. Il forum si articolerà in laboratori e dibattiti. Si proseguirà il lavoro iniziato al debutto del Forum. Partiti dall’analisi dell’identità vulcanica di molti vini bianchi italiani, in primis il Soave, si sono approfondite poi, nell’edizione successiva, le caratteristiche dei suoli di origine vulcanica individuando proprio nel comprensorio del Soave i “paleo-suoli”. Al centro dell’interesse degli esperti del vino, dal punto di vista scientifico e anche del marketing, vi è stato anche lo studio degli aspetti sensoriali per definire la categoria di vini bianchi da suolo vulcanico, tematica di dibattito della passata edizione.
C.d.G.