di Michele Pizzillo
Per la 42esima edizione del concorso “Miglior sommelier d’Italia premio Trentodoc”, l’Associazione Italiana Sommelier ha scelto una fantastica location del Sud, Sorrento.
E nei fastosi saloni dell’Hotel Hilton, con la guida di due presentatori – Nicoletta Gargiulo e Cristiano Cini, rispettivamente presidenti di Ais Campania e Ais Toscana – i membri della giuria (i precedenti vincitori del concorso e rappresentanti di Ais e dell’Istituto Trento Doc), casualmente, hanno deciso di lasciare il trofeo proprio al Sud. Infatti, come primo sommelier d’Italia è stato scelto Alessandro Nigro Imperiale, della delegazione Ais di Foggia che alle prove conclusive (tra degustazione alla cieca, descrizione di uno spumante metodo classico, abbinamento cibo-vino spaziando dalla cucina nazionale e quella internazionale, decantazione e servizio di un vino rosso) si è imposto sul romagnolo Marco Casadei mentre per il terzo posto sono stati scelti il toscano Simone Vergamini e il lombardo Artur Vaso. E’ vero che Nigro Imperiale è di Foggia, però lavora in Francia, al Four Seasons Grand Hotel di Saint-Jean-Cap-Ferrat, mentre gli altri tre finalisti, operano nella propria terra: Marco Casadei di Ais Forlì è marketing manager della Euro Company di Ravenna; Artur Vaso della Delegazione di Brescia è docente all’Ipseoa “Caterina de’ Medici” di Gardone Riviera e Simone Vergamini, di Ais Lucca è proprietario di Wineafterwine.
(La giuria del concorso)
A precedere la fase finale di Sorrento, ci sono state le prove preselettive di Milano, con un questionario particolarmente complesso – come ha commentato il Responsabile nazionale dei concorsi, Maurizio Zanolla – nato dalla necessità di mettere alla prova il già alto livello di competenza dei 10 concorrenti ammessi alle prove finali del concorso. E, cioè, i quattro semifinalisti e Andrea Gualdoni, sommelier del tristellato ristorante Da Vittorio; Andrea Montini, consulente di Como; Federico Domeneghetti, sommelier al Belmond Hotel Cipriani di Venezia; Cristian Maitan, già socio del ristorante Nuovo Ranch di Ponte di Piave; Francesca Troiani, consulente commerciale di Fermo per le aziende vitivinicole, e il livornese Massimo Tortora, proprietario dell’enoteca La Cantina di Massimo. Ai dieci nominativi usciti dalle prove di Milano sono stati aggiunti i sette campioni regionali e il finalista dell’edizione 2021, il sommelier dell’Enoteca Pinchiorri, Davide D’Alterio (Ais Toscana). Sono stati ammessi di diritto Vincenzo Galati (Ais Liguria), ingegnere navale presso la Carnival Corporation di Genova; Michele Manca (Ais Veneto), docente all’Ipsaa Bellini di Trecenta; Federica Milazzo (Ais Sicilia); Mauro Moragas (Ais Campania), responsabile di enoteca; Daniele Palavisini (Ais Toscana), sommelier del Papaveri & Papere di San Miniato; Michele Ruperto (Ais Calabria), titolare di Calabria Gourmet ad Amantea; Pietro Sangiorgio (Ais Lombardia), titolare del Dives di Sesto San Giovanni.
(Sandro Camilli e Alessandro Nigro Imperiale)
A questo punto c’è l’esordio pubblico del presidente nazionale dell’Ais eletto qualche mese fa, Sandro Camilli, che ha detto di essere “orgoglioso di questo concorso che premia il percorso di crescita personale e di formazione professionale dei sommelier. Diventare Miglior Sommelier d’Italia è un sogno coltivato da anni che richiede una grande preparazione. È un privilegio per l’Associazione Italiana Sommelier, insieme all’Istituto Trento Doc, premiare oggi Alessandro Nigro Imperiale”. Prima della fase finale del concorso, i partecipanti all’evento hanno seguito il convegno “Il vino italiano: paradigma di diversità varietale e territoriale” e la successiva degustazione guidata dal relatore del convegno, Luigi Moio, Presidente dell’Oiv (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino). Da segnalare, infine, la premiazione dei vincitori dell’edizione 2022 del Premio Bonaventura Maschio, promosso dall’omonima distilleria di Gaiarine, che ogni anno mette in palio tre borse di studio per i migliori corsisti dell’Ais. I tre che si sono affermati sono Guido Biotti di Ais Milano, sommelier del Sakeya di Milano, tra i primi locali italiani specializzati in sakè; Guido Andrenacci di Ais Fermo, che lavora per l’azienda agricola Serena; Fabrizio De Palo di Ais Bari, proprietario di La Chiazzod Vineria Birreria Enogastronomia, nel centro storico di Molfetta. Anche per questo premio va registrata la soddisfazione del promotore, Andrea Maschio orgoglioso di “essere tornati con una nuova edizione del Master dopo due lunghi anni di stop. Siamo finalmente tornati ad aprire la nostra distilleria a giovani sommelier provenienti da tutta Italia, con una passione in comune: quella per i distillati”.