“Il rosato significa Puglia. Ed è uno dei più grandi marcatori del territorio”.
Lo dice Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi che ha inaugurato a Bari, alla nuova sede dell'associazione in Puglia, la terza edizione del Concorso Nazionale dei Vini Rosati d'Italia insieme al presidente regionale di Assoenologi Massimialiano Apollonio e all'assessore all'Agricoltura Fabrizio Nardoni. Partner dell'iniziativa, nata per volontà di Dario Stefàno e che ha aperto una finestra sull'eccellenza in rosa della nostra Penisola, è anche l'Accademia della Vite e del Vino. Oggi e domani, le commissioni composte da enologi e giornalisti si riuniranno per degustare i rosati pervenuti per la prima volta, e questa è una delle novità, da tutte le regioni d'Italia. Partecipazione che dà la misura di un nuovo entusiasmo da parte del mondo produttivo. Il 31 maggio, a Otranto, invece è prevista la tappa celebrativa con la consegna delle medaglie.
“C'è grande attenzione verso questa tipologia di prodotto – dice Cotarella- ma dobbiamo sostenerlo e mantenere vivo il fuoco. All'estero ha sempre piu' consensi. Ancora però in Italia, nonostante una crescita vi sia stata, i consumi sono al sei percento. Scontiamo una mancanza di cultura e di comunicazione. Noi enologi dobbiamo fare la nostra parte nel difenderlo e promuoverlo”. Oramai si è del tutto usciti dall'epoca del pregiudizio che oscurava questi vini, che il consumatore sta riscoprendo e il ristoratore imparando ad amare e rispettare. Ancora per questo prodotto vige un work in progress, gran parte del percorso è stato fatto, il risorgimento del rosato ha portato il produttore a maturare una nuova consapevolezza e quindi al miglioramento di tecniche e delle tecnologie per garantire ancora più grande espressione e freschezza. E, come ha testimoniato il presidente di Assoenologi, “adesso si è capito che i grandi rosati si fanno in vigna”.
Tesoro, oltre che un orgoglio nazionale, che sta conquistando anche i wine lover d'oltre confine, ritagliandosi il proprio spazio nello scenario internazionale dominato dai rosati francesi, americani e dei paesi del nuovo mondo del vino. “Punteremo ancora di più sull'export. Metteremo in campo tutte le risorse di cui possiamo disporre per conquistare quote nei mercati esteri”, ha detto l'assessore Nardoni il quale ha anche anticipato, riguardo all'ottica di fare sistema per creare un fronte che promuova questo patrimonio per troppo tempo snobbato, il coinvolgimento alla consegna delle medaglie di tutti gli assessori colleghi delle altre regioni d'Italia. “Organizzeremo un vero e proprio Cpa, una tavola rotonda di coordinamento per riflettere insieme e valutare opportunità e strategie legate ai rosati”.
La Puglia rappresenta il 40 percento della produzione nazionale di vini rosati. Patria eletta. L'unica regione d'Italia, come ha ricordato Giuseppe Martelli direttore generale di Assoenologi anche lui presente all'inaugurazione, in cui in tutte le denominazioni di origine e le igp sono compresi anche i rosati.