di Mimmo Vita
È giovane, brava, intelligente e figlia d’arte.
Camilla Pizzorno, di Genova-Pegli, studentessa di 22 anni, quasi psicologa, è la nuova campionessa mondiale di pesto genovese al mortaio. Camilla ha sbaragliato il centinaio di concorrenti provenienti da tutto il mondo, frutto di selezioni locali, che si sono sfidati a colpi di pestello e mortaio nella preparazione del Pesto genovese, secondo le modalità tradizionali, nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, palazzo storico della città di Genova e cuore pulsante dei principali eventi e attività culturali. Un campionato tornato in presenza dopo quattro anni, ospitato da una Genova in grande spolvero che si va proponendo come importante meta di eventi e proposte.
Qualcuna? La splendida mostra diffussa del SuperBarocco genovese (organizzata anche attraverso i Rolli, patrimonio Unesco, cioè i ricchissimi palazzi in Strada Nuova fatti costruire, fra Rinascimento e Barocco, dai nobili genovesi), evento in “comunione” con quella omonima presso le Scuderie del Quirinale a Roma. Oppure il sempreverde Acquario, sempre pieno di meraviglie e novità subacquee. O la nuova inaugrazione dell’Hotel Astoria-Brignole, una storia di oltre 160 anni (costruito dai Marchesi Serra nel 1860) tornato operativo dopo un maquillage che non ha tradito le sue radici, tra modernità, eleganza e dettagli vintage, come l’antico ascensore e lo scalone liberty. Ma anche il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana (Mei, aperto da poco più di un mese presso la Commenda di San Giovanni di Prè) che dalla città portuale guarda all’Italia e al mondo intero, un progetto quantomai di attualità che ha coinvolto tantissime comunità sia italiane che del resto del mondo; la scelta di Genova come sede, è stata dettata proprio dal ruolo svolto dalla città della Lanterna e dal suo porto nella storia dell’emigrazione italiana.
(Roberto Panizza)
Ma torniamo al Pesto, il suo orgoglio culinario. Dalla prima edizione del 2007, il marchio del campionato di pesto ha fatto molta strada, fino a presentare, attraverso la Camera di Commercio, il dossier di riconoscimento Unesco. “La competizione è biennale, quindi tenendo conto dello stop per la pandemia, è giunta alla nona edizione”, ricorda Roberto Panizza, ideatore e organizzatore del campionato mondiale del pesto al mortaio e titolare del ristorante “Il Genovese” (Genova).
Roberto, qual è la vera ricetta del Pesto genovese?
“Il pesto è una salsa semplice, tutto sommato. È facile fare il pesto; più difficile farlo buono. Gli elementi chiave sono un basilico giovane, meglio sarebbe quello genovese Dop, tipico per la sua foglia piccola, che cresce in tutta la Ligura, dal mare sino ai 400 metri. Poi Parmigiano-Reggiano 30 mesi Dop, Pecorino Fiore sardo stagionato Dop, pinoli italiani, sale grosso delle saline di Trapani Igp, olio extravergine ligure Dop e l’aglio di Vessalico, presidio ligure Slowfood.
Come si procede?
“In un mortaio di marmo – in mancanza usiamo pure il frullatore, ma non è la stessa cosa – pestiamo/schiacciamo prima l’aglio, poi ancora i pinoli, quindi il basilico e il sale grosso. Ottenuta una bella crema inseriamo il parmigiano, il pecorino, l’olio; quindi diamo un’ultima “girata” che ci permetterà di giungere al Pesto perfetto.
La sua “morte”?
“Ovviamente con le trofie o le trenette”