(Andrea Galanti)
da Milano, Michele Pizzillo
Una finale umbro-toscana per il concorso del miglior sommelier d’Italia.
All’ultimo appuntamento del 49° congresso nazionale dell’Associazione italiana sommelier svoltosi al 24° piano dell’ultramoderna Diamond Tower, aperta per questa occasione, che svetta tra i grattacieli del nuovo skyline milanese, i giurati che dovevano scegliere il miglior sommelier, dei tre finalisti si sono trovati di fronte due toscani, Andrea Galanti e Massimo Tortora e l’umbro Maurizio Filippi. Dopo le prove di rito, la giuria composta dai vertici dell’Ais e da alcuni giornalisti di settore, ha individuato in Andrea Galanti il miglior sommelier d’Italia per il 2015.
(Davide Ganci)
Andrea, 31 anni, laurea in economia e commercio e una decina di anni di apprendistato come cameriere, adesso è responsabile degli acquisti e della cantina dell’enogastronomia Galanti aperta nel centro di Firenze nel 1960 dal bisnonno che si chiamava proprio Andrea Galanti. Quindi, rappresenta la quarta generazione di un’attività gestita sempre dalla stessa famiglia, anche se il padre di Andrea, Alessandro fa il commercialista. Ma a gestire la cucina c’è la mamma, Angela Sottili che se ne guarda bene dal mettere becco nella carta dei vini organizzata dal figlio. Una carta che elenca 500 etichette nazionali, più 90 di Borgogna e 40 di champagne. Queste due regioni della Francia sono la passione di Galanti, insieme alla Toscana e ai bianchi della Valle d’Aosta e della Campania. “Ai nostri tavoli, 16 all’interno e 18 all’esterno, che fanno da corollario ad una attività di cucina d’asporto, sono questi i vini che propongo più frequentemente e, devo dire, che la clientela accetta le mie proposte”. Non poteva essere diversamente perché “noi acquistiamo e riproponiamo ciò che ci piace” dice Alessandro Galanti che nelle vesti di commercialista tiene sempre sotto controllo i conti del giocattolino di famiglia. A questa filosofia è stato avviato quello che adesso è il miglior sommelier d’Italia quando papà Alessandro gli consegnò le chiavi del magazzino perche se ne occupasse della sua gestione. Compito che Andrea svolge molto bene nella scelta delle materie prime e nelle circa 700 etichette di vino.
(Massimo Tortora)
A contendere lo scettro a Galanti, sono stati Tortora e Filippi. Il primo è proprietario di una enoteca a Livorno con quasi 400 proposte. “Faccio il venditore di bottiglie – scherza Tortora -, sono un enotecaro classico: solo vendita a corpo e questo mi penalizza molto perché non mi permette di aprire bottiglie in continuazione”. A differenza di quello che capita a Filippi, sommelier del ristorante con enoteca “Sala della Comitissa” situato in un posto improbabile e per un certo verso intransitabile essendo isola pedonale nel centro storico di Baschi. “Ma la cucina di Edi Dottori e il palato e il naso di Filippi ne hanno fatto uno dei luoghi da visitare se ci si vuole vantare di essere raffinati gourmet. Dice Filippi: “Lavoriamo sulla materia, con Edi che con la sua manualità lavora solo materia di grande qualità, che sia carne o pesce, per continuare a sostenere l’identità gastronomica del nostro locale”. Un’altra caratteristica della Sala della Comitissa è il consumo del vino, prevalentemente a calice, che Maurizio abbina ad ogni piatto-gioiello preparato dallo chef del locale. In carta 360 etichette e “personalmente preferisco proporre bianchi più evoluti, con una particolare attenzione per quelli del Collio e il Verdicchio di Jesi”. E, poi, nel ringraziare l’Ais per l’opportunità offertogli di partecipare al concorso, Filippi ha ringraziato i produttori di vino che mettendo in bottiglia qualcosa da raccontare, ci permettono di poter parlare.
(Maurizio Filippi)
Altro riconoscimento assegnato nel corso del 49° congresso nazionale Ais è il premio “Bonaventura Maschio” riservato ai giovani diplomati-sommelier, che conquistano una borsa di studio per perfezionare le proprie conoscenze del vino. Tre i premiati, per il Nord, il Centro e il Sud dell’Italia. E, cioè, Riccardo Marangon della delegazione di Novara, Federico Minini di Frosinone e il palermitano Davide Ganci, gestore del ristorante “I monaci a Badia” che ha partecipato al concorso dopo aver frequentato i corsi Ais per diplomarsi sommelier, per il piacere di conoscere meglio il fantastico mondo del vino.