Vi riproponiamo in questa fine d’anno alcuni degli articoli più letti del nostro giornale nel 2021.
Una perdita del raccolto di circa il 50 per cento. Dati ancora non definitivi, ma le stime raccontano di una produzione di pomodoro siccagno fortemente influenzata dal caldo torrido che ha colpito le zone di coltivazione di questo prodotto. A sciorinare i numeri, Vincenzo Pisa, presidente della cooperativa La Rinascita di Valledolmo, in provincia di Palermo: “Da queste parti non piove da aprile – dice Pisa – e, pur essendo un pomodoro che non necessita di acqua, soffre delle temperature afose”. E da queste parti, nel periodo estivo, si sono raggiunti anche picchi di 46° e 47°, troppi per non stressare la pianta e seccarla fino a farla morire. Il pomodoro siccagno cresce sfruttando l’acqua che viene concessa da Madre Natura. Unica eccezione, la messa a dimora, quando alla pianta viene dato un litro di acqua. Poi più niente. “Ma quest’anno Madre Natura non è stata per nulla generosa – racconta il presidente della cooperativa – e abbiamo visto i nostri campi morire uno dopo l’altro”. La raccolta è già iniziata, “ma ci sono zone in cui nemmeno andremo”, spiega Pisa. La cooperativa La Rinascita è composta da 20 soci e i campi di coltivazione si estendono per 80 ettari nei territori di Valledolmo, Sclafani Bagni, Caltavuturo, Vallelunga e Villalba. La produzione media è di 100/120 quintali per ettaro, “ma quest’anno saremo fortunati se raggiungeremo i 60 quintali per ettaro”, aggiunge Pisa.
Export, prima volta di Francia e Germania
La mancanza di pomodoro arriva in un momento cruciale per la cooperativa che, da poco, aveva chiuso due importanti contratti per l’esportazione del prodotto in Francia e Germania. “E’ la prima volta che abbiamo una commessa così importante – spiega Pisa – segno di un’attenzione sempre crescente per il nostro pomodoro. Speriamo di poter continuare così e che le cose migliorino nei prossimi mesi”. Buona la grande distribuzione con la conferma della vendita del pomodoro nei supermercati a marchio Decò.
Verso la Dop
Intanto un gruppo di soci sta dando vita al consorzio pomodoro siccagno di Valledolmo Dop. Il primo propedeutico passo per poter richiedere prima a Roma e poi a Bruxelles, il riconoscimento della denominazione di origine protetta per il pomodoro siccagno. “Abbiamo avviato l’iter – dice Pisa – riteniamo che sarà uno spunto in più, non solo per tutelare questo pomodoro dalle proprietà benefiche, ma anche per spingere tanti giovani ad investire in questo settore”. A richiedere la Dop sono tanti produttori locali che hanno creduto in questo progetto, “che racconta del nostro territorio e della nostra cultura – dice Pisa – Forse concentrarsi su un solo prodotto non è la scelta più giusta, ma noi la riteniamo la più etica in quanto ci sentiamo i custodi di questo prodotto”. Il pomododo siccagno, infatti, nasce dall’esigenza di piantare i pomodori senza avere la possibilità di poterli innaffiare. Questa zona della Sicili è rinomata per la poca presenza di acqua.
Il “Siccagno Day”
Il 7 settembre tradizionale festa con il “SiccagnoDay”, organizzata dalla cooperativa La Rinascita nella propria sede di Rovittello di Valledolmo. “Non abbiamo lo spirito adatto – dice Pisa – ma non potevamo mancare ad un appuntamento così importante. Dalle 11 sarà mostrata la raccolta del pomodoro e le fasi salienti della trasformazione del pomodoro, oltre ad alcuni assaggi realizzati dallo chef Marco Ardiri. Sarà presente il vescovo di Cefalù, in provincia di Palermo, monsignor Giuseppe Marciante
G.V.