Vi riproponiamo in questa fine d’anno alcuni degli articoli più letti del nostro giornale nel 2021.
Il Nero d’Avola australiano vale quasi il doppio del Nero d’Avola prodotto in Sicilia. Almeno a giudicare dalle valutazioni del monopolio svedese. E il caso suona quasi come un doppio smacco al vino siciliano. Come è noto, in Svezia – ed in tutti i Paesi del Nord Europa – il vino viene venduto attraverso il Systembolaget, un monopolio che fissa regole di acquisto e soprattutto decide cosa acquistare e a quali fasce di prezzo. Lo fa attraverso delle gare vere e proprie per i produttori lanciando bandi chiamati tecnicamente tender. Ed è di pochi giorni fa il lancio di un tender in cui gli svedesi cercano Nero d’Avola prodotto in Australia disposti a pagarlo tra i 3,30 e i 5,20 euro a bottiglia. Praticamente il doppio o quasi rispetto a una partita di Nero d’Avola Igt Terre Siciliane che il monopolio svedese, attraverso un altro tender uscito qualche giorno dopo, è disposto ad acquistare a un prezzo che varia tra 1,90 e 2,80 euro. In questo caso il prezzo è relativo a brick da 75 centilitri e per giunta biologico, annata 2019 o anche il 2020. In tutto 80 mila litri.
Nella sostanza il valore che gli viene riconosciuto è quasi la metà di quello prodotto in Australia. E le cose forse non sarebbero cambiate di molto se il vino siciliano fosse stato chiesto in bottiglia. Aggiungeteci la questione Nero d’Avola che per quanto strettamente legato al terroir siciliano ora fa capolino anche dall’altra parte del mondo. Con risultati invidiabili a giudicare dal posizionamento commerciale nel Nord Europa. E che in Australia si coltivi Nero d’Avola non puoi farci nulla. Anzi, forse la dimensione internazionale potrebbe portare bene al vitigno-principe dell’Isola, chissà. Resta il tema del valore del vino siciliano che è ancora la grande questione irrisolta. Ad oltre trent’anni dal cosiddetto rinascimento enologico resta molto da fare. Per quanto siano stati raggiunti traguardi impensabili. Vedremo anche chi si aggiudicherà il tender. Ed il dibattito è aperto: come può fare la Sicilia a dare valore al vino che produce?
C.d.G.