di Titti Casiello e Federico Latteri
Puntuale. Nulla di più abitudinario in questo periodo se non leggere di diete lampo che in men che non si dica (al massimo in dieci giorni) ci assicurano di ritornare snelli e magri come se le lasagne o i panettoni che abbiamo visto passare sulle nostre tavole durante queste feste non fossero mai esistiti.
Ebbene, la nostra dieta, puntuale anch’essa (qui> potete leggere quella dell’anno passato), non vi promette nulla di tutto ciò. Perché? Perché in fondo è della nostra vita che si parla e non vogliamo sottoporci a dolorosi e quanto mai inutili supplizi. Noi siamo per “In medio stat virtus” o, volendo stare al passo coi tempi, per “Less is more”. Ma assolutamente non siamo per azzerare i piaceri. Quindi nessun “no” categorico al vino, ma solo un morigerato uso dopo un periodo di abuso. In fondo una prolungata astinenza potrebbe farci incorrere nell’annoso rischio di dimenticare il piacere (infinito) che ci regala un buon calice di vino. Eccoli allora i nostri dieci assaggi leggeri per la dieta “più magri – ma felici – in 10 giorni”
Il Marinetto Rosato 2021 – Sergio Arcuri
Sergio Arcuri è uno dei promotori della Cirò Revolution, movimento di vignaioli nato da alcuni anni che porta avanti l’idea di una produzione artigianale nel segno delle tradizioni per far emergere le caratteristiche autentiche di quello che è considerato da sempre il territorio più importante della Calabria del vino. E Il Marinetto è un rosato che ci conduce proprio in questi luoghi con gli odori che ricordano quelli portati dalle brezze mediterranee e un gusto che è un perfetto connubio tra freschezza e ricchezza aromatica. Saprà tenervi compagnia in qualsiasi momento della giornata. € 20,50
Canaiolo 2021 – Ascione-Alongi
C’è una prodigiosa nonchalanche in questo vino, frutto dell’appena nato progetto condiviso da Maurizio Alongi e Giovanni Ascione in una nuova veste di negociant del vino italiano. Quella nonchalanche regalata dalla semplicità di una chiarezza espositiva dei profumi, fruttati e a tinte rosse. Il Canaiolo si mostra appagante nel suo essere piccolo, grazie ad una bevuta che scorre che è una meraviglia. Perché non sempre si vive di introspezioni e elucubrazioni, ma anche di piaceri immediati. € 15
Muscadet Sèvre et Maine sur lie Chambaudiere 2020 – Bruno Cormerais
Con i suoi Muscadet Sevre et Maine sur lie, il Domaine Bruno Cormerais è uno dei migliori interpreti di questo rinomato terroir, situato non lontano dalla foce della Loira. Lo Chambaudiere 2020 è un bianco freschissimo, agrumato, con un’anima marina che si palesa nella tensione gustativa e nella spiccata salinità. Sia gastronomico che facile da bere, difficilmente vi deluderà. € 14
Alto Adige Pinot Nero 2020 – Hartmann Donà
E’ un Pinot Nero dalla personalità decisa e precisa che incarna molto bene lo spirito della montagna con la sua essenzialità che non sa di semplicità, ma di purezza. Un bouquet elegante di piccoli frutti e nuance speziate precede un palato dinamico che si caratterizza per finezza e delicatezza tannica e per i toni minerali, particolarmente evidenti nel finale. C’è quasi un contrasto tra la leggerezza del vino e l’intensità delle sensazioni. Stile e identità. € 27
Vino Spumante Brut Metodo Classico – Cantina Dryas
Dryas all’anagrafe è meglio noto come Stefano Loffredo, bravo e attento viticoltore irpino che in quel di Montefredane dal 2011 ha deciso di misurarsi con il Fiano anche in veste spumante, nelle due diverse tipologie di metodo, Classico e Martinotti. E il Classico è un pas dosé che riposa sui lieviti per almeno due anni. E’ avvincente ed energico, sprizzando sapidità e iodio in un sottofondo boisé che fa guadagnare alla beva una profondità espressiva. € 28
Etna Rosso 2020 – Federico Graziani
E’ un piccolo gioiello che viene fuori dal lavoro certosino e dalla particolare sensibilità di Federico Graziani, produttore attento e appassionato che dimostra, ancora una volta, di aver trovato sull’Etna la sua terra promessa. Nitido, pulito e fragrante nell’espressione olfattiva, riesce ad essere tanto intenso quanto fine. Il sorso è un concentrato di piacevolezza che trova nella rinfrescante mineralità, nella golosità del frutto e nei tannini garbati gli elementi che lo rendono quasi irresistibile. € 25
Le Soula Blanc “Terroir d’Altitude” 2017 – Le Soula
Le Soula produce vini in alta quota nella regione del Roussillon nota come Fenouillèdes. Alcuni vigneti risalgono al 1919 e tutti sono allevati secondo i principi della biodinamica. Sono viti di Vermentino, Sauvignon Blanc, Grenache Blanc, Marsanne e Roussanne. Insieme creano un bianco di una bellezza divagante che profuma di cereali, di spighe e di miele e nel sorso si delinea tra le vette alpine della freschezza e della velocità di bevuta, in una suggestione agrumata e affumicata nel finale. € 32
Dolceacqua 2019 – Testalonga
Nell’ultimo rantolo di Italia che profuma già di Francia, a Dolceacqua in provincia di Imperia, è dal 1961 che Nino “Testalonga” Perrino produce il suo Rossese. Lo fa sempre nello stesso modo, che si chiami poi oggi biologico o biodinamico lui, in ogni caso, l’ha sempre fatto così. E lo fa pigiando (con i piedi) le uve intere (con tutti i raspi), lasciando la fermentazione del mosto spontanea e con un riposo del vino di almeno un anno in vecchie botti esauste da 500 litri. Questa 2019 sa di frutto polposo, di mar Mediterraneo, di spezie rosse e di garrigue. € 30
Chenas Vibrations 2020 – Domaine Thillardon
Nata nel 2008, in poco tempo l’azienda dei fratelli Thillardon è diventata un punto di riferimento a Chenas, Aoc che rappresenta il più piccolo tra i cru del Beaujolais con i suoi 250 ettari vitati. Lo Chenas Vibrations è frutto della vinificazione con macerazione carbonica di uve Gamay provenienti da diverse vecchie vigne. E’ vivo, freschissimo, agile, succoso, intensamente fruttato e setoso. Il nome, è proprio il caso di dirlo, rispecchia le caratteristiche di questo vino che, con una sola parola, potremmo definire “vibrante”. € 22
33/33/33 2018 – Vallisassoli
In tema di dieta potrebbe sembrare la proporzione perfetta tra carboidrati, proteine e verdure, in tema di vino, invece, è l’equilibrio perfetto tra Fiano, Greco e Coda di Volpe che Paolo Clemente ha trovato per il suo vino. In contrada Vallisassoli, a una ventina di chilometri da Avellino, con appena un ettaro di vigna allevata a croce avellinese, Paolo ha messo in atto quella stessa scena iconica di “Non ci resta che piangere”, sostituendo il trio Benigni, Troisi e Leonardo da Vinci con i tre autoctoni campani in un risultato di preziosa artigianalità che regala il tepore di un sole caldo, il sale e poi sentori affumicati, ma, soprattutto, che garantisce una bevibilità divagante. € 39