di Manuela Zanni
Se, per caso, state pensando di presentarvi a casa di parenti ed amici con in mano il classico connubio panettone/spumante brut, fermatevi e riflettete.
Sappiamo che ve lo ripetiamo ogni anno, ma, come dicevano i latini, “repetita iuvant” e, soprattutto, vi eviterà di fare una figura “barbina” palesando apertamente la vostra inesperienza in fatto di vini. Siamo, anche, consapevoli che cedere alla tentazione di acquistare confezioni promozionali contenenti il “famigerato connubio” a basso costo, in un periodo in cui di soldi se ne spendono tanti, tra regali, pranzi e cene, può essere facile, ma se siete ancora in tempo (speriamo proprio di sì) desistete e ascoltate i nostri consigli. La necessità di fare una “crociata” contro il tanto consueto quanto errato abbinamento tra panettone e spumante brut nasce dal fatto che quest'ultimo, per le sue caratteristiche gusto-olfattive, mal si presta ad accompagnare il morso dal gusto dolce e burroso del panettone di cui cancella, annullandola dopo il sorso, la piacevolezza al palato, con la propria astringenza. La situazione in Sicilia, poi, è ancora più complessa se si pensa alla quantità di dolci che accompagnano la fine di pranzi e cene, tutti caratterizzati da un gusto spiccatamente dolce, acuito dalla presenza di creme e pasta di mandorle che, ancor più del panettone, necessitano di essere abbinati ad un vino dolce che ben li accompagni in un piacevole gioco di armonici rimandi.
Basti pensare alla dolcezza prorompente del composto di fichi, mandorle e miele contenuta nello “scrigno” croccante di pasta frolla del buccellato, dolce siciliano natalizio per antonomasia, immancabile sulla tavola delle feste. Per non parlare dell’opulenza della cassata, regina dei dolci siciliani, classica e al forno, il cui morso propone al palato un vero e proprio trionfo di sapori che l’astringenza di una bollicina brut andrebbe, irrimediabilmente, a penalizzare mortificando la dolcezza della crema di ricotta.
Discorso a parte meritano i dolci “sempiterni” come cannoli e cassatelle i quali essendo costituiti da una scorza fritta, nel caso dei primi, o totalmente fritti, nel caso delle seconde, potrebbero “tollerare” la bollicina, per ottenere l’effetto “sgrassante” del palato, a patto che si tratti di una bollicina dry (o, al massimo, extra dry) il cui gusto dolce, dovuto alla presenza di un residuo zuccherino compreso tra i 17 e i 35 grammi per litro, accompagnerà ogni morso in maniera equilibrata e mai stridente. A questo punto, di seguito, troverete alcuni suggerimenti di vini dolci da abbinare ai dolci tipici delle feste seguendo i quali, siamo certi, che farete una bella figura con i vostri cari.
Con il panettone, soprattutto se tradizionale, in cui sono spiccati i sentori degli agrumi canditi e uvetta, andrà bene lo Zibibbo dolce come Le Lire di Romeo Vini dal colore brillante con riflessi topazio, profumo intenso e armonico con sentori di frutta candita, floreali di zagara e sambuco e finale di nocciole tostate che impedisce la stucchevolezza del sorso.
Con il buccellato, il “burbero dal cuore tenero” di fichi, mandorle e miele, sarà perfetta la Malvasia delle Lipari di Hauner caratterizzata da un colore giallo ambrato con riflessi brillanti. Naso intenso di fichi secchi, datteri, albicocche disidratate, miele e spezie dolci. Il sorso è ampio, dolce e avvolgente sostenuto da una moderata freschezza che ne limita la stucchevolezza.
Con sua maestà la cassata non potrete che abbinare il re dei passiti, il Ben Rye di Donnafugata. Il “figlio del vento” non necessita di presentazioni, per lui parlano le spiccate note di albicocca e gli intensi sentori di frutta candita resi agili da piacevoli erbe aromatiche. In bocca il sorso è persistente e la presenza di una buona spalla acida ne invoglia la beva. Se amate la cassata nella sua al versione più “umile” ovvero al forno sebbene l’interno di crema di ricotta con gocce di cioccolato che fa capolino dal guscio di frolla la renda, comunque, un dolce abbastanza impegnativo, provate ad abbinarla al Moscato Passito la Gelsomina, la nuova realtà etnea delle Tenute Orestiadi, caratterizzato da un colore giallo con riflessi dorati e il naso di frutta gialla in confettura. In bocca è suadente sorretto dalla freschezza che ne allunga la persistenza.
Se poi siete tra coloro per i quali “il pranzo non può concludersi senza un cannolo” potrete accompagnarli, certi di non sbagliare, con il Caladeitufi di Mandrarossa, vendemmia tardiva di Chardonnay, dal colore giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso piacevoli note agrumate addolcite da sentori mielati preludio di un sorso dolce e avvolgente dalle carezzevoli note di frutta in confettura. Chiude con freschezza ed eleganza. Se proprio non volete rinunciare alla bollicina, con le cassatelle fritte ripiene alla ricotta andrà bene Vino Spumante Excellent Extra Dry Rosè Metodo Classico Vsq, prodotto da Inzolia Rosa e Chardonnay, dal colore rosa scarico con perlage finissimo e persistente. In bocca ha un sapore cremoso e dolce con profumi di frutti rossi e note vanigliate. La sua persistenza accompagna il palato “sgrassandolo” da un sapore “impegnativo” come la frittura.
Dulcis in fundo, dopo il dessert, su ogni tavola natalizia che si rispetti non può mancare la Pasticceria secca costituita da un misto di biscotti il cui filo conduttore è la presenza di mandorla e frutta secca. Per accompagnarla degnamente non sbaglierete con il Passito di Pantelleria Ferrandes, una chicca da veri intenditori, caratterizzato da spiccati sentori di albicocca, datteri e arancia candita mitigati da una persistente acidità che ne impedisce la stucchevolezza rendendo ogni sorso un autentico inno alla gioia. Farete un figurone!