di Alessia Zuppelli
Fra terrazzamenti, viali alberati e un suggestivo complesso architettonico, Monaci delle Terre, il Country Boutique Hotel & Wine Resort a Zafferana Etnea alle pendici dell’Etna, ha ospitato negli spazi del proprio ristorante Locanda Nerello la cena “L’Etna incontra il Vesuvio”.
Protagonisti del percorso enogastronomico, il residente chef Crescenzio Galatola e lo chef Luigi Lionetti del ristorante una Michelin “Le Monzù” del lussuoso Hotel Punta Tragara di Capri. Non sono solo i due Vulcani, il calore e il folklore, legano così tanto la Sicilia e la Campania. I due territori, accomunati da una storia comune, di dominazioni e influenze franco-spagnole, sono molto affini nelle loro esuberanti personalità che si esprimono quotidianamente nel patrimonio culturale, forse genetico, dei loro abitanti e delle loro tradizioni, comprese – ovviamente – quelle gastronomiche. Basti pensare all’eredità di quei cuochi francesi, i Monsieur detti Monzù, voluti dai regnanti Borboni fra ‘700 e ‘800, i quali contaminando cucina francese e meridionale hanno portato in tavola quei piatti le cui le ricette ancora oggi rappresentano il meglio della cucina napoletana e siciliana. Ai Monzù di origine francese diversi sono quei “Signori” capo cuochi che si sono succeduti nel corso degli anni di origine italiana, come Vincenzo Corrado, il primo cuoco che mise per iscritto la cucina mediterranea e regionale nel suo “Il cuoco galante” nel 1773. Digressione storica dovuta viste le contaminazioni secolari che hanno attraversato il fu Regno delle due Sicilie. Impronte di contaminazione che segnano anche il percorso dei talentuosi chef, partendo dalla sferzante quanto equilibrata acidità mostrata dalla mano di Lionetti alla genuinità dei sapori di montagna di Galatola. La cena è stata preceduta da un aperitivo curato dal noto barman etneo Domenico Cosentino. Ed ecco la nostra cena.
Si comincia con l’amuse Bouche. Gazpacho, zuppa fredda originaria dell’Andalusia tipica della cucina spagnola, a base di pomodoro, servita dagli chef con sesamo nero.
A seguire l’antipasto. Bon Bon di gamberi, mandorla, zuppetta di olive di Nocellara all’acqua di pomodoro e limone candito è uno dei cavalli di battaglia di Luigi Lionetti. Piatto nato da un’idea del viaggio in Sicilia con lo Chef Gennaro Esposito. Ai sapori etnei, lo Chef Lionetti ha coniugato la nota dolce del gambero in perfetto equilibrio con la mandorla nostrana dalla consistenza più pastosa, l’acidità del pomodoro e la freschezza del limone, e la componente delicatamente amara delle olive. Un piatto che profuma di mare, appagante al palato come quella piacevole sensazione che si prova godendosi il sole.
Il mare e l’equilibrio dipingono con eleganza un’altra portata dello Chef Lionetti, il risotto riserva San Massimo al profumo di limone con Scampi, burrata, e capperi.
Un condensato di mediterraneo dove, anche in questo caso, vibra senza stonare una gradevolissima nota acida. La mano dello Chef caprese ha mostrato equilibrio ed eleganza in un piatto dal sapore salino.
Dai sapori estivi dell’Isola di Capri lo Chef Galatola ha trasportato il commensale nell’autunno etneo con i tortelli in farcia di patate al tartufo ibleo con riduzione di carote. Si ricorda che l’accostamento di una pasta alla patata è fra i più popolari e legati alla tradizione della cucina napoletana e siciliana. L’aromaticità della carota e del tartufo ibleo ne hanno fatto una rivisitazione personalizzata e gustosa.
Si passa alla coppa di maialino nero dei Nebrodi con macco di fave, finocchietto selvatico, broccoletti croccanti su riduzione di Vin Cotto è il secondo e penultimo piatto proposto dallo Chef Galatola. Un chiaro omaggio alla stagionalità e al territorio.
Il Predessert è un sorbetto di clementine, dall’agrumeto del Relais.
Conclude il percorso il cannolo siciliano, ne “L’eredità di Nonna Nellì” del Resident Chef.