Se le vendite di vino diminuiscono anche nei supermercati, che ne distribuiscono più del 60%, allora è necessaria una maggiore collaborazione tra cantine e catene distributive per affrontare le sfide del mercato.
L’ampliamento degli assortimenti e la leva del prezzo e delle promozioni sembrano non essere più sufficienti. Le nuove proposte vanno dall’installazione nelle corsie dei supermercati di terminali touch screen che informino sul vino, all’introduzione della figura dell’esperto tra gli scaffali, alla realizzazione di piattaforme comuni tra piccole aziende agricole per poter entrare nella grande distribuzione.
Questo è emerso oggi a Vinitaly nel corso della tavola rotonda “Dalla vigna allo scaffale”, organizzata da Veronafiere, cui hanno partecipato i rappresentanti di Federvini, Federdistribuzione, Coop, Conad, Confagricoltura, Movimento Consumatori, e condotta da Luigi Rubinelli direttore di Mark Up-Il Sole 24 Ore.
Le statistiche sull’andamento del mercato del vino nella grande distribuzione nel 2010 sono state presentate da SymphonyIri Group, che ha svolto una ricerca per conto di Vinitaly: il vino confezionato (vino in bottiglia, da tavola e a denominazione d’origine, e vino in brik) scende dello 0,9% a volume rispetto al 2009; crescono le vendite delle bottiglie di vino a denominazione d’origine del 2,3% a volume ed aumentano ancora le vendite dello Spumante Italiano che cresce di 1,1% (se ci limitiamo al Metodo Classico la crescita sempre è dell’1,7%) con lo champagne francese che cala del 5,2%.
L’attenzione dei consumatori per i vini a denominazione d’origine, attirati anche dalle promozioni, è crescente: aumenta del 3,7% la fascia tra i 5 e i 6 euro; dell’1,4% la fascia tra i 3 e i 5 euro; dell’1,2% della fascia sotto i 3 euro (tutti a volume).