Catarratto, Nero d’Avola e Merlot. Sono i tre vitigni firmati ‘Terre di Giafar’ che hanno ricevuto la gran menzione al Vinitaly.
Un esordio tutto in positivo, dato che era la loro prima volta alla Fiera di Verona, per la cooperativa sociale nata da appena tre anni. “Il nostro obiettivo è produrre un vino di qualità ad un prezzo accessibile – spiega il presidente Antonino Spezia, agronomo e funzionario dell’assessorato regionale delle Risorse Agricole e Alimentari -. Abbiamo iniziato nell’agosto del 2008 quando siamo riusciti a prendere in affitto dal tribunale di Trapani la cantina”.
Si tratta dell’ex cantina Di Marino. Trecentomila circa sono le bottiglie prodotte annualmente. “Quattro euro è il costo dei bianchi, cinque quello dei rossi”. Ma di certo dopo i riconoscimenti ricevuti al Vinitaly, “questi tre vitigni diventeranno i nostri prodotti di punta”, aggiunge Spezia. Il nome Terre di Giafar è un tributo alla contrada Misiligiàfari. Duecento ettari di vigneto in provincia di Trapani, a Paceco. Un territorio ricco di attrazioni turistiche e culturali, oltre che enogastronomiche. Raggiungere la grande distribuzione è lo scopo attualmente principale della cantina: “Si lavora tanto, i sacrifici sono molti e per questo abbiamo anche voluto selezionare i nostri soci. – spiega Spezia – Di quelli che inizialmente hanno partecipato al progetto, ne sono rimasti pochi. Sono stati allontanati ventotto ‘pseudo-soci’ che, come consuetudine, portavano pochi quintali di uva solo per restare in gara su un possibile carro vincente. Abbiamo così scelto di mantenere – conclude – solo quelli che credono davvero nel progetto finale, ovvero fare da apripista per riaffermare il vero spirito cooperativistico con cui nasce una cantina sociale”. Importantissimo per il risultato finale è il ruolo dell’enologo: “E’ merito del giovanissimo Vincenzo Leone, ventottenne, il successo riscosso al Vinitaly”.
Sandra Pizzurro