(Il ministro Dario Franceschini – ph Vincenzo Ganci e Igor Petyx)
Scherza sul palco del teatro Massimo il ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini: “Sono in carica da 4 anni e sono quello durato più a lungo”.
In questi 4 anni, però, c'è da dire che tanto è stato fatto per la cultura e il turismo italiano. Franceschini non si prende allori, sottolineando che i successi “hanno un merito collettivo”. Ricevendo il premio Best in Sicily “per aver dato valore alla cultura del nostro paese da uomo e da ministro”, Franceschini snocciola alcuni numeri interessanti. Partendo da quelli legati agli investimenti fatti sulla cultura: “Prima il leitmotiv era il solito: “Con la cultura non si mangia” – dice il ministro – Beh, credo che non sia più così, visto che gli investimenti nel campo della cultura, in 4 anni sono aumentati esponenzialmente, passando da poco più di 40 milioni a 3 miliardi di euro e toccando, quest'anno quota 4 miliardi già finanziati con cantieri avviati. Investire in cultura fa bene alle anime, alle menti, ma soprattutto da un contributo alla crescita economica del paese”. Il dato interessante riguarda anche gli incassi dei muesi: “Quelli dello Stato hanno incassato oltre 12 milioni di euro in più, passando da 38 a 50 milioni di euro – dice il ministro – e complessivamente c'è stato un aumento di oltre 80 milioni di euro, superando quota 200 milioni. Soldi che, ci tengo a precisare, rimangono per intero nelle casse dei musei, che serviranno per la ricerca e per la tutela dei beni”.
Capitolo turismo: “Ci sembrava impossibile fare di nuovo i numeri che avevamo registrato per Expo 2015 – dice Franceschini – Invece in questi due anni i numeri sono cresciuti. Solo nei primi dieci mesi del 2017, abbiamo registrato 116 milioni di arrivi, 6 milioni in più rispetto all'anno di Expo. Ma le buone notizie non finiscono qui. Perché è certo che in Italia il turismo crescerà ancora. Dobbiamo solo occuparci di governare questa crescita impetuosa”. In due anni, per esempio, i turisti cinesi sono passati da 100 a 160 milioni. E si prevede che diventeranno nei prossimi anni 400 milioni. “La meta preferita del turismo è l'Italia – dice Franceschini – Perchè da noi il turismo diventa esperenziale, non c'è solo da vedere le bellezze architettoniche e artistiche, c'è anche uno stile unico al mondo, di gustarsi e godersi la vita. Soltanto noi ancora non lo capiamo. C'è arte, cultura, shopping ed enogastronomia che è un pezzo di identità cultura italiana. La Sicilia è tutto questo, ha tutto. Ci saranno molte cose da fare, ma abbiamo imboccato la strada giusta da cui non si può più tornare indietro”.
C.d.G.